Cronache

Bari, agricoltori in piazza: le ragioni dei gilet arancioni

Calamità atmosferiche, quote agricole e Xylella, in tremila nel capoluogo pugliese per far sentire le loro proposte e richieste a governo e Regione

Bari, agricoltori in piazza: le ragioni dei gilet arancioni

A Bari protestano i gilet arancioni. Circa tremila agricoltori pugliesi hanno vestito la giacca simbolo delle proteste in Francia, cambiandone il colore per sottolineare l'aspetto pacifico della loro dimostrazione, e hanno “invaso” il capoluogo pugliese a bordo di centocinquanta trattori per far sentire le loro ragioni al governo regionale e, soprattutto, nazionale.

Le ragioni della manifestazione sono contenute in una serie di richieste a cui gli agricoltori pugliesi non intendono derogare. Si tratta di una piattaforma che tocca numerosi, e delicatissimi, punti che sono cruciali per il futuro delle attività agricole di numerose aree del territorio pugliese. Dalle calamità atmosferiche fino al nodo annoso relativo alla xylella, i gilet arancioni hanno presentato, punto per punto, i provvedimenti che adesso chiedono di attuare alle istituzioni per salvare un settore in ginocchio.

In cima alle richieste dei gilet arancioni, ci sono i danni patiti dalle gelate di marzo scorso che ha messo in ginocchio la produzione agricola nell’area compresa tra le province di Bari, Foggia e Barletta-Andria-Trani. Per questo hanno chiesto al governo l’immediato riconoscimento della declaratoria di calamità atmosferica e una dotazione di cento milioni per compensare la produzione che è andata perduta. A questi, poi, vanno aggiunti altri cinque milioni – chiesti direttamente alla Regione - per coprire i danni materiali causati dalla gelata che ha messo in ginocchio le imprese agricole pugliesi. Ma non basta, perché la situazione è delicata al punto da indurre i gilet arancioni a chiedere, oltre alla defiscalizzazione di oneri e tributi per le attività dei frantoi e al blocco delle rate dei mutui per i frantoi stessi contratti dalle cooperative di trasformazione, anche l’apertura di un tavolo tecnico che affronti, e tenti di risolvere, la crisi che ha colpito il settore.

In testa alle preoccupazioni, però, rimane la questione relativa al caso della Xylella che ha fatto strage di olivi in tutta la Puglia. A tal proposito, i gilet arancioni chiedono che si faccia chiarezza una volta per tutte e si approvi una norma che permetta di eradicare le piante che risultino irrimediabilmente attaccate dal batterio. Ma soprattutto gli agricoltori pugliesi premono perché sia istituita un’unica autorità che coordini e gestisca l’emergenza e i relativi interventi e che preveda un maggiore coinvolgimento da parte delle organizzazioni di produttori olivicoli che, lamentano, finora sono stati messi in condizioni di non poter dare alcun contributo apprezzabile alla tutela del patrimonio olivicolo e al rilancio del settore mentre, invece, dovrebbero recitare un “ruolo preminente nella gestione di tutte le fasi relative alla xylella”.

Inoltre i manifestanti chiedono un deciso cambio di passo in materia di quote agricole.

Ritengono che la giunta debba rivedere gli aiuti concessi alla produzione di grano duro ("elemosina da 20 euro all'ettaro") e prendere in considerazione la produzione olivicola, finora - stando alla loro denuncia - ignorata dalla Pac e pertanto propongono alla Regione "di attivare una task force di studio, di approfondimento e di proposte sulla riforma della Pac nella quale le organizzazioni del settore abbiano un ruolo preminente".

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