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Bari, striscione "Salvini fascista". Archiviata inchiesta per vilipendio

Il gip del Tribunale ha archiviato l’inchiesta a carico di ignoti: "Dare del fascista non è reato ma critica politica". I fatti durante la visita del ministro dell’Interno in provincia, a Gioia del Colle

Bari, striscione "Salvini fascista". Archiviata inchiesta per vilipendio

Il gip del Tribunale di Bari ha archiviato l'inchiesta per oltraggio e vilipendio aperta in seguito all'esposizione di alcuni striscioni contro il ministro dell’Interno Salvini nel giorno della visita a Gioia del Colle, centro in provincia di Bari, il 21 maggio scorso.
L'archiviazione è giunta su sollecitazione della procura, che, pochi giorni dopo il sequestro degli striscioni, aveva disposto la restituzione dei due lenzuoli che i carabinieri avevano ritenuto offensivi. "Dare del fascista al segretario di un partito politico non è oltraggio né vilipendio ma una normale critica politica" avevano scritto il procuratore Giuseppe Volpe e il pubblico ministero Iolanda Chimienti nella richiesta di archiviazione dell'indagine, avviata a carico di ignoti, in quanto gli autori degli striscioni non erano stati individuati.

Uno conteneva la frase "Meglio lesbica e comunista, che salviniana e fascista" ed era stato affisso su un cavalcavia; l’altro: "La Lega è una vergogna, Pino Daniele", citando la canzone "O scarrafone" del cantautore napoletano.

Quest'ultimo striscione era stato rimosso e portato in caserma da un candidato della Lega al consiglio comunale di Gioia del Colle. Ma il gip di Bari lo ripete: usare la parola "fascista" non è reato, "ma costituisce una normale critica politica anche se espressa in toni aspri”.

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