Cronache

Basta polemiche, la scuola viene prima di tutto

La scuola è pronta a ripartire tra domande e incertezze legate alla pandemia. Ma siamo all’ultimo miglio di una scuola che riparte con l’obiettivo di divenire autonoma, libera, per tutti

Basta polemiche, la scuola viene prima di tutto

La scuola riparte. Un dato di fatto. Negli ultimi mesi tutti abbiamo lavorato perché lo slogan “scuola in presenza” non rimanesse solo uno slogan ma divenisse una realtà. I cittadini hanno, infatti, compreso che la scuola è il luogo del sapere, il luogo in cui i nostri ragazzi maturano la capacità di riflettere, non imparano semplicemente delle nozioni (per questo basterebbero i tutorial) ma imparano ad argomentare, a vivere in una necessaria dimensione relazionale. C’è un gran bisogno di puntare la sveglia, di preparare lo zaino, i libri, spuntando le materie del giorno, i compiti scritti sul diario, l’emozione di una interrogazione, insomma: un gran bisogno di normalità. Ecco perché dovremmo ascoltare con un certo imbarazzo i detrattori che per qualche minuto di notorietà cercano di seminare il panico in vista della ripartenza. Tutt’altro: la scuola riparte, e alla grande! Non possiamo permettere che i nostri giovani perdano ancora un altro anno, senza ovviamente nulla togliere ai docenti impegnati seriamente con la DAD. E’ come se tutti stessimo percorrendo una staffetta, impegnativa e straordinaria, in cui ciascuno sta scrivendo una bella pagina di storia.

E allora, carissimi ragazzi, penso a voi e vorrei vi giungesse l’emozione dell’inizio di un nuovo anno scolastico, con tutte le attese che ognuno di noi porta nel cuore. A tutti e a ciascuno: buon anno, nella gioia di apprendere contenuti sodi, nel desiderio di intessere relazioni sane! Ecco il cuore dell’educazione… In una buona scuola pubblica, statale o paritaria! Nei prossimi giorni continueranno le Conferenze Stato Regioni, i tavoli di concertazione: siamo tutti quanti impegnati, docenti, dirigenti, sindacati, genitori ad affinare e a rendere efficace la normativa anti covid per la ripartenza della scuola.

Credo sia necessaria una sintesi, per far comprendere tutto il lavoro di pensiero che sta dietro la ripartenza: insomma un percorso in itinere, in quello spirito di corresponsabilità e di collaborazione che abbiamo sempre invocato.

Ovviamente, lo sappiamo, tante sono le domande e le incertezze legate alla situazione pandemica. Ecco perché, ho pensato fosse utile condividere le prime certezze, i primi punti fermi. Tanta la strada percorsa: siamo all’ultimo miglio di una scuola che riparte con l’obiettivo di divenire autonoma, libera, per tutti.

Il 6 agosto u.s., lo sappiamo, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DL n. 111 “Misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti. (GU Serie Generale n.187 del 06-08-2021). Eccone di seguito gli snodi fondamentali: 1) l’attività didattica è svolta in presenza, fatte salve eventuali deroghe con ordinanze del Presidente della Regione o dei Sindaci per territori ricadenti in “zona rossa” o “arancione”, 2) è obbligatorio usare la mascherina, fatta eccezione per i bambini sotto i sei anni o per chi è affetto da patologie incompatibili con l’uso del dispositivo, 3) è raccomandato il rispetto di una distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, sempre che sia consentito dalle condizioni strutturali-logistiche degli edifici, 4) i soggetti con sintomatologia respiratoria o temperatura corporea superiore a 37,5° non possono entrare a scuola, 5) rimangono confermati i protocolli impiegati lo scorso anno in presenza di soggetti risultati positivi al SARS-CoV-2 o di casi sospetti

Per quanto concerne l’obbligo di possedere ed esibire la certificazione verde COVID 19, esso riguarda il solo personale scolastico e non gli studenti. Occorre, ancora una volta, fare appello al senso di responsabilità individuale, una responsabilità che diventa corresponsabilità nei confronti degli altri, delle persone che ci stanno accanto, specie se piccoli e fragili. Certamente, ogni scuola invierà tutta la documentazione (Autodichiarazioni, Patto di Corresponsabilità) in tempo utile per poterla completare e firmare. Pertanto, l’unico messaggio da mandare a studenti e genitori è questo: carissimi, state tranquilli, la scuola è pronta per accogliervi, in sicurezza.

Per questa ragione lungo tutta la penisola le scuole sono impegnate in estenuanti riunioni interne, con il personale, ed esterne, con gli Enti locali: ad esempio, il 31 agosto, in Lombardia sono già calendarizzate altre due riunioni. E’ doveroso chiedere che ogni singola regione faccia altrettanto, con i comuni, con le prefetture, senza addossare la responsabilità su un fantomatico super eroe mandato da Roma a risolvere i problemi.

Va anche ricordato che la legge 106 del 23.07.2021 “Misure urgente in tempi di covid” all’art. 5 ha segnato un cambiamento epocale: i fondi sono destinati agli allievi e non più alla scuola, a fronte di una trasparente rendicontazione. Una sfida epocale che la scuola paritaria ha raccolto a ulteriore riprova che la trasparenza fa paura solo alle scuole malavitose. Le scuole paritarie serie, ancora una volta, scendono in campo per garantire una scuola libera, per tutti. Anche in Italia sarà completato il percorso autonomia, parità e libertà di scelta educativa. Soprattutto, le famiglie più povere potranno scegliere per i figli fra una buona scuola pubblica statale e paritaria a costo zero, avendo già pagato le tasse. La scuola statale autonoma sarà migliore e la scuola paritaria libera sarà per tutti. Con quali risultati? E’ presto detto: un sistema scolastico di qualità, perché equo, un corpo docenti valorizzato, perché con il censimento la scuola cesserà di essere considerata un postificio. Un mondo ideale, un sogno? No, tutt’altro! La scuola torna ad essere un ascensore sociale: quel 37% di pluralismo nelle regioni virtuose del nord (Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna) sarà di tutto il Paese.

Mi auguro che i sindacati, le associazioni di categoria della scuola tutta, abbandonino la sterile polemica e seguano l’esempio dei politici che stavolta, dobbiamo dirlo, ci hanno dato una grande lezione, mettendo da parte il simbolo del partito di appartenenza, anteponendo a tutto i ragazzi, la scuola, il Paese. Che tale atteggiamento sia frutto di un gesto generoso o di una strategia politica francamente poco importa. Certamente i cittadini non dimenticheranno chi, neanche in emergenza, ha rinunciato alla polemica. Come disse il premier Draghi, certi cambiamenti avvengono se li vogliamo. E noi li vogliamo. E li cerchiamo.

Sintesi DL 111/2021

Art. 1, comma 1: Nell'anno scolastico 2021-2022, al fine di assicurare il valore della scuola come comunità e di tutelare la sfera sociale e psico-affettiva della popolazione scolastica, sull’intero territorio nazionale, i servizi educativi per l'infanzia di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e l’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado sono svolti in presenza.

Art. 1, comma 2: Per consentire lo svolgimento in presenza dei servizi e delle attività di cui al comma 1 e per prevenire la diffusione dell'infezione da SARS-CoV-2, fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, sono adottate, in tutte le istituzioni del sistema nazionale di istruzione, e nelle università, le seguenti misure minime di sicurezza:

a) è fatto obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, fatta eccezione per i bambini di età inferiore ai sei anni, per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili

con l’uso dei predetti dispositivi e per lo svolgimento delle attività sportive;

b) è raccomandato il rispetto di una distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro salvo che le condizioni strutturali-logistiche degli edifici non lo consentano;

c) è fatto divieto di accedere o permanere nei locali scolastici e universitari ai soggetti con sintomatologia respiratoria o temperatura corporea superiore a 37,5°.

Art. 1, comma 3: I protocolli e le linee guida possono disciplinare ogni altro aspetto concernente le condizioni di sicurezza relative allo svolgimento delle attività didattiche e scolastiche, ivi inclusa la deroga alle disposizioni di cui al comma 2, lettera a), per le classi composte da studenti che abbiano tutti completato il ciclo vaccinale o abbiano un certificato di guarigione in corso di validità (…)

Art. 1, comma 4: Fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, i Presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano e i Sindaci possono derogare, per specifiche aree del territorio o per singoli istituti, alle disposizioni di cui al comma 1 esclusivamente in zona rossa o arancione e in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all'insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica. I provvedimenti di cui al primo periodo sono motivatamente adottati sentite le competenti autorità sanitarie e nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità, in particolare con riferimento al loro ambito di applicazione. Laddove siano adottati i predetti provvedimenti di deroga, resta sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l'uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l'effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.

L’articolo 9 -ter prevede l’obbligo di possedere ed esibire la certificazione verde COVID 19 per tutto il personale scolastico

I dirigenti scolastici e i responsabili dei servizi educativi dell'infanzia nonchè delle scuole paritarie e delle università sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni di cui al comma 1.

Le verifiche delle certificazioni verdi COVID-19 sono effettuate con le modalità indicate dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri adottato ai sensi dell'articolo 9, comma 10.

Con circolare del Ministro dell'istruzione possono essere stabilite ulteriori modalità di verifica.

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