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Basta ribalte tv per i negazionisti

C'è chi si ostina e desidera tenere viva una mediocre, spesso banale, polemica, sull'efficacia dei vaccini e sull'uso del Green pass.

Basta ribalte tv per i negazionisti

Se pensiamo alle origini della tragedia, con quella lugubre fila di camion militari che trasportavano le bare di morti per Covid, sono stati grandi i passi avanti verso la protezione della nostra salute. Crudele, sarebbe adesso, elencare le gravi responsabilità del passato nella gestione della pandemia: guardiamo avanti, osservando quei dati oggettivi che indicano come le terapie intensive sono drasticamente diminuite, così come diminuiti sono i numeri di chi è finito al campo santo. C'è però chi si ostina a non guardare avanti e, con nostalgia, desidera tenere viva una mediocre, spesso banale, polemica, sull'efficacia dei vaccini e sull'uso del Green pass. Pazienza per le idiozie che attraversano i social: con la sua beffarda ironia, Umberto Eco aveva paragonato i social a un gigantesco bar sport dove tutti sono sapienti con la verità in tasca e una bottiglia di vino sul tavolo. Pazienza per le scemenze dei social, ma non per la comunicazione «ufficiale» della televisione. Qui i nostalgici del Covid hanno trasformato la tragedia provocata dalla pandemia in un talk show. Ormai è vaccinato quasi il 90% della popolazione: un risultato straordinario; il Green pass lo si usa con disinvoltura, talvolta senza entusiasmo (ma perché si dovrebbe essere entusiasti?). La quota restante, quel 10% circa di No Vax (tra cui, secondo il Censis, tre milioni di italiani secondo cui il virus «non esiste») potrebbe ancora essere ridotta parlando, spiegando, convincendo, soprattutto attraverso l'intervento dei medici di famiglia. Insomma, gli irriducibili sono molto pochi, una parte fisiologica di oppositori che regolarmente si ritrova nelle più diverse situazioni sociali. Ma non in televisione. Qui, se va bene, i No Vax diventano il 50%: altrimenti come potrebbe andare avanti lo show? Uno spettacolo spesso imbarazzante, costruito sulla salute della gente, la quale viene frastornata da incompetenti da bar sport che, ovvio, sanno tutto di virus, vaccini, cure; ma poiché in quelle conoscenze, a lungo chiacchierando, si accorgono di vacillare, ecco tirar fuori l'asso nella manica: la libertà. Sulla libertà, c'è poco da fare, sanno tutto: loro sono liberi, tu sei un servo perché invece ti affidi a chi sa di medicina. Naturalmente il talk show è democratico, deve esserci, perciò, parità di opinioni: ma il No Vax rappresenta sì e no il 10% della popolazione, e così la democrazia va a farsi benedire perché una piccola minoranza soverchia la stragrande maggioranza. La conseguenza dello show è la consegna al No Vax di un ruolo ben definito di oppositore al regime oppressore, che ha rimbambito il 90% della popolazione. Un ruolo che userà come meglio gli piace nelle piazze d'Italia. Ma peggio del No Vax esplicito e convinto, è il No Vax gattamorta: quello che, iniziando a parlare, dice subito di essersi vaccinato, ma poi prende le posizioni del No Vax, del No Green pass, ecc. Una mediocre posizione strumentale per trovare un proprio spazio, che si ritiene molto intelligente e originale, in una discussione che, con un minimo di onestà intellettuale, non si dovrebbe fare.

Riassumendo: 90% di vaccinati, 10% di contrari al vaccino. Perché continuare a trasmettere talk show sul Covid? Per dire cosa?

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