Coronavirus

Bene marciare divisi per colpire uniti

Il voto compatto del centrodestra a favore dello scostamento di bilancio è un esempio eccellente del principio "marciare divisi per colpire uniti"

Bene marciare divisi per colpire uniti

Il voto compatto del centrodestra a favore dello scostamento di bilancio è un esempio eccellente del principio «marciare divisi per colpire uniti», la strategia vincente plurimarca delle imprese economiche, riferita alle imprese politiche. Infatti l'idea iniziale è stata di Berlusconi. Gli altri vi si sono associati perché l'emendamento sulla tregua fiscale in particolare a favore degli autonomi, ma più in generale è nel dna dei tre partiti del centrodestra, assieme alla preoccupazione di salvare gli italiani, evitando una crisi drammatica. L'emendamento che rinvia le imposte non modifica il deficit di bilancio del 2020, perché crea un debito di cassa a cui si rimedia con un prestito a breve termine a carico della Tesoreria. Ma esso, con questo costo finanziario limitato, genera due importanti effetti economici e finanziari positivi. Uno riguarda i bilanci di operatori economici che così possono evitare il dissesto per mancanza di liquidità e le banche con cui essi agiscono, che così evitano il rischio di aumento dei crediti saldati in ritardo o addirittura in sofferenza. L'altro importante effetto positivo riguarda la domanda di consumi, perché il rinvio delle cartelle fiscali permette di fare un po' più di spesa adesso, aumentando la domanda interna. Questi effetti positivi sarebbero stati maggiori se il governo non avesse ritardato di oltre un mese la presentazione in Parlamento della legge di Bilancio e dello scostamento di bilancio che serve per fronteggiare i costi del ritorno della pandemia. Evento che il governo non aveva previsto, tanto da indurlo a criticare lo «spreco» della Lombardia per avere preparato un padiglione Covid alla Fiera di Milano La strategia giusta non comporta la federazione fra i tre partiti, ma il coordinamento programmatico, basato sul principio «primo salvare l'Italia». Rilanciarla, difendere la sua autonomia politica, i suoi valori. L'intesa sul programma ora va esplicata per la riforma tributaria, per la politica del lavoro, per lo sblocco delle opere pubbliche, i trasporti pubblici locali, le autostrade, la rete in fibra per la banda larga, l'Ilva, le regioni dimenticate come la Calabria. Per l'accesso ai fondi europei servono buone entrature ed esperienza dei meandri di Bruxelles. Anche qui l'avanguardia è Berlusconi, il cui partito fa parte del gruppo europeo dei Popolari, quello di maggioranza. I fondi europei non sono à la carte, come se alcuni si potessero accogliere e altri rifiutare perché non ci si fida, come se non si trattasse di farina dello stesso mulino. Perciò, merita riflessione un accordo nel centrodestra per prendere, adesso, una quota del Mes sanitario da devolvere alle Regioni, per la salute pubblica, per il personale degli ospedali e per la scuola in presenza. Ci sono più punti comuni che diversità, nella grande impresa politica nel centrodestra.

Il pragmatismo del «fare» per gli italiani mette in crisi i tatticismi e i dogmatismi delle fazioni del governo attuale, divise ma incollate alle poltrone.

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