Cronache

Bielorussia, urla e sangue: la testimonianza choc del giornalista italiano

Claudio Locatelli, libero dopo tre giorni di prigionia, ha raccontato ciò che ha vissuto in Bielorussia quando è stato arrestato dalle autorità

Foto del giornalista russo Anton Starkov
Foto del giornalista russo Anton Starkov

Diciannove persone in una cella di quattro metri per quattro, senza cibo. Poi le urla, tante urla ad accompagnare la notte che non passa mai, e il sangue, a terra e sui corpi dei detenuti. È questo l'inferno descritto da Claudio Locatelli, il giornalista italiano, ora libero, dopo esser arrestato domenica 9 agosto a Minsk, in Bielorussia, dove stava seguendo le contestatissime elezioni che hanno riconfermato al potere Aleksander Lukashenko.

La testimonianza di Locatelli

Dopo tre giorni di prigionia il giovane freelance è stato rilasciato. Ma quello che ha vissuto quando era rinchiuso nella "gabbia", Locatelli non potrà mai dimenticarlo. "Dopo la gabbia iniziale in cui siamo stati sei-sette ore ci hanno portato in una cella - ha raccontato l'italiano - Eravamo in 19, abbiamo raggiunto quel numero in poche ore, in quattro metri per quattro senza cibo, con l'acqua di un lavandino putrido rattoppato con un tessuto intriso di piscio e sangue e una latrina".

"Quelli dopo di noi sono stati fatti entrare con botte sulla testa. Uno – ha ricordato Locatelli - aveva l'occhiale dentro l'occhio. Gli ultimi erano nudi e avevano segni sulla schiena. Abbiamo visto il sangue a terra, pezzi di denti, monetine e bagagli lasciati lungo il corridoio con i cellulari che continuavano a suonare, con le persone che cercavano i propri cari".

Ci sono altri dettagli che spiegano il clima che si respira in Bielorussia. Locatelli si è soffermato su un particolare agghiacciante: delle 19 persone presenti nella sua stessa cella, soltanto uno era un manifestante e quattro, compreso l'italiano, erano giornalisti. Gli altri erano cittadini comuni. "Le altre erano persone che tornavano a casa, che uscivano dai ristoranti. Uno – ha aggiunto ancora Locatelli – è stato tirato giù da un automobile".

Claudio Locatelli 2
Foto di Anton Starkov

Una situazione drammatica

A Minsk, ha affermato il giornalista, è stato messo in atto "uno stato di terrorismo". L'obiettivo sembrerebbe essere duplice. Innanzitutto imbavagliare la popolazione, poi dare una precisa immagine del potere, tanto all'interno del Paese quanto all'esterno. Un'immagine di "supremazia indiscriminata, per farti capire che non c'è un comportamento giusto da seguire".

Locatelli era arrivato in Bielorussia il 4 agosto per prender parte, assieme ad alcuni amici, alla competizione sportiva estrema denominata corsa dei bisonti. Al termine delle elezioni, mentre l'italiano si trovava nel Paese, sono scoppiate le proteste. Dal momento che il giovane è un free lance, ha cercato di "unire l'utile al dilettevole".

Il ragazzo stava scattando qualche foto, in mezzo alle proteste, quando le autorità lo hanno arrestato con l'accusa di star partecipando a una manifestazione non autorizzata.

Grazie al lavoro della diplomazia italiana a Minsk, Locatelli ha evitato una prigionia che avrebbe potuto durare anche 15 giorni.

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