Bomba alla scuola di Brindisi Il manifesto dell’attentatore: "Sono il guerriero della luce"

Sul comodino di Vantaggiato il romanzo di Coelho. In un appunto a piè di pagina l’esortazione ad "agire subito". Si prova a tracciare un profilo psicologico

Bomba alla scuola di Brindisi Il manifesto dell’attentatore: "Sono il guerriero della luce"

Brindisi - Scritto e fatto: «Agire subito». Il credo del killer è in un libro, an­zi in quest’annotazione a pie’ di pagina di un saggio trovato aper­to sul suo comodino? In attesa di rintracciare gli eventuali compli­ci dell’insospettabile Giovanni Vantaggiato e di scoprire un mo­vente davvero credibile, gli inve­stigatori perdono il sonno dietro agli elementi raccolti nel­la perquisizione a casa del 68enne a Copertino. Cercavano i vestiti del video, e non li hanno trovati. Gli esami dello stub per rintracciare polvere da sparo da­ranno a giorni risultati certi e defi­nitivi.

LE «PROVE» E LE BATTERIE

In assenza della prova regina poli­zia e carabinieri stilano un decreto di sequestro elencando, fra le tante cose, batterie «dello stesso tipo usato per l’ordigno», e poi «4 telecomandi, componentistiche elettroniche, pezzi di circuiti elet­trici, fili elettrici, stagno da salda­tura, tre taniche, cime da barca, batterie da scooter, lampadine, polvere contenuta in un baratto­lo (non escluso sia polvere pirica), e alcuni libri». Tra questi, giust’appunto,uno che su una pa­gina aveva è un virgolettato appuntato a margine: «Agire subi­to». Il libro, denso di segni e «orec­chie», è il «Manuale del guerriero della luce» di Paolo Coelho. Una raccolta di aforismi e pensieri filo­sofici dello scrittore brasiliano, al­cuni dei quali, letti (e riletti) alla luce degli eventi della scuola, pos­sono però apparire inquietanti. Si lavora infatti anche sotto il pro­filo psicologico seguendo anche i segni lasciati tra le pagine dal kil­ler reo confesso. Che qualche in­quietudine la regalano. Prendete a pagina 43 , col bordo segnato da una piega, che sembra rimanda­re proprio a quell’«agire subito», annotato però più avanti.

«ADDESTRARSI E AGIRE»

«Un guerriero della luce non ri­manda le sue decisioni. Egli riflet­te a lungo prima di agire. Consi­dera il proprio addestramento, la propria responsabilità e il proprio dovere di maestro. Cerca di mantenere la sereni­tà e analizza ogni mossa co­me se fosse la più importan­te. Tuttavia, nel momen­to in cui prende una deci­sione, il guerriero agi­sce: non ha più alcun dubbio su ciò che ha scelto né cambia rot­ta se le circostanze sono diverse da co­me le immaginava (…) un guerrie­ro della luce, quando comincia, va fino alla fine». Una lettura «let­terale » di un testo più incline al fi­losofico la inducono anche altri passaggi, e viene in mente quel «lo dovevo fare», riferito dopo la confessione dallo stesso Vantag­giato agli inquirenti. Che sperano di aver trovato una traccia di uno pseudo «movente psicologico», e un «complice» motivazionale proprio in quel libro. A pagina 107, con le ovvie e più ampie cau­tele, sembra quasi di poter legge­re una bozza della pianificazione logistica dell’attacco del 19 mag­gio scorso: «Il guerriero della luce deve sempre avere scolpite nella mente le cinque regole del combattimento, scritte da Chuan Tzu tremila anni fa».

I 5 COMANDAMENTI

Ossia «la fede: prima di affrontare una battaglia è necessario crede­re nel motivo della lotta». Poi «il compagno: scegli i tuoi alleati e impara a lottare in compagnia, perché nessuno vince una guerra da solo». Ancora, «il tempo: una lotta in inverno è diversa da una in estate, un buon guerriero pre­sta attenzione al momento giusto per entrare in battaglia». Quarto punto è «lo spazio: non si lotta nel­la stessa maniera in una gola o in una pianura. Pensa a ciò che esi­ste intorno a te, e al modo miglio­re di muoverti». Infine, «la strate­gia: il miglior guerriero è colui che pianifica il proprio combatti­mento». Spunti e segni di una let­tura meticolosa, come a pagina 38 , in cui un inquirente si soffer­ma su come «un guerriero della lu­ce studia con molta attenzione la posizione che intende conquista­re», o come sia «necessario un piz­zico di follia per compiere il passo successivo», perché «il guerriero utilizza un briciolo di pazzia». Davvero il killer di Brindisi po­trebbe aver «interpretato» in mo­do distorto i «consigli» di Coelho per trasformarsi in un paladino contro quelle presunte ingiusti­zie che aveva subito? Gli investi­gatori non escludono nulla. E ri­leggono il volumetto di Coelho anche nell’ottica dell’assassino, ossessionato dal desiderio di ven­dicarsi, cercando di districarsi tra le tante suggestioni, alcune delle quali sembrano persino ricalcare la strategia di comunicazione scelta da Vantaggiato di fronte ai pm, il «non so perché l’ho fatto».

Coelho gli va in soccorso: «Il guer­riero (…) può avere anch’egli la stessa libertà (di cambiare idea, ndr), ma questo non gli impedi­sce di assumere un impegno, seb­bene molte volte non comprenda esattamente perché lo ha fatto».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica