"Adesso serve la rivoluzione". Di fronte all'attentato a Roberto Adinolfi a Genova, Alfredo Davanzo, l'ideologo delle Nuove Br-Pcpm aveva inneggiato a quella "violenza inevitabile" che lo ha portato in carcere con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al terrorismo, banda armata, detenzione illegale di armi e altri reati.
Quel grido non è passato inosservato, al punto che l'avvocato assegnato d'ufficio a Davanzo ora si ritira: "Ritengo che la mia incolumità psicofisica di difensore d’ufficio del signor Alfredo Davanzo, unitamente alla sua volontà di non avvalersi delle mie prestazioni professionali, siano valori di interesse superiore rispetto all’obbligatorietà della difesa d’ufficio".
Come riporta il Corriere della Sera, la ragazza, appena 30enne, è stata sorteggiata dalla Corte d’Assise per assicurare una difesa a Davanzo nel proceso d’appello di Milano, ma sostiene che il suo assistito ha "espressamente dichiarato di non accettare la rappresentanza da parte di alcun difensore, esternando intimidazioni nei confronti di chi avesse assunto l’incarico". Per questo motivo non ha la giusta "calma e tranquillità per portare a termine l’incarico in ragione delle attuali condizioni sociopolitiche e delle pregresse vicende di terrorismo del nostro Paese".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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