Giorgetti non fa show ma è un vero statista

Giorgetti non fa show, ma sostanza. Non ha bisogno di slogan, perché ha i numeri. E non ambisce alla gloria personale, perché il suo unico obiettivo è servire il Paese

Giorgetti non fa show ma è un vero statista
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Egregio direttore Feltri,
seguo con interesse la rubrica che da tempo lei dirige magistralmente. Con le sue risposte ai lettori mi trovo con rarissime eccezioni, perfettamente d'accordo.
Vorrei conoscere il suo parere sulla figura dell'attuale ministro italiano dell'Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti. Personalmente lo ritengo uno dei migliori ministri dell'attuale governo, uno dei migliori ministri della storia dell'Italia repubblicana. La sua non comune competenza, ormai ampiamente dimostrata dagli eccezionali risultati raggiunti sono da premio Nobel. Ma oltre alle sue capacità professionali trovo ammirevole il suo comportamento e le sue doti umane: capacità di lavorare duramente, in silenzio, in assoluta umiltà, evitando i riflettori dei media e manifestandosi sempre assolutamente leale verso la compagine governativa.
Trovo che queste sue doti professionali ed umane non vengono adeguatamente notate e pubblicizzate. Lei che ne pensa?

Con cordialissimi saluti,
Aldo Chiavari

Caro Aldo,
ti confesso che leggere la sua lettera mi ha procurato un sentimento raro: quello del riconoscimento di un'intelligenza lucida e, cosa ormai rara, obiettiva. Condivido ogni parola che ha speso per il ministro Giancarlo Giorgetti. E mi unisco con convinzione al suo elogio, che definirei doveroso. In un'epoca politica dominata dal narcisismo compulsivo, dal bisogno di apparire prima ancora che di fare, Giorgetti rappresenta un'anomalia preziosa: lavora nell'ombra, senza cercare i riflettori, senza inseguire i trend dei social, senza mai solleticare la pancia dell'opinione pubblica con uscite ad effetto. Semplicemente, fa il suo dovere, con rigore e con una competenza che dovrebbe essere la norma in chi amministra lo Stato, ma che è invece diventata un'eccezione quasi eroica.

Il suo stile sobrio, asciutto, quasi defilato, è una benedizione in un tempo di isterie collettive. Giorgetti è un uomo che parla solo quando ha qualcosa da dire, e che agisce quando altri si limitano a twittare. E il risultato si vede: i conti pubblici non sono mai semplici da gestire, ma oggi l'Italia può vantare una stabilità e una credibilità internazionale che, permettimi, sono anche merito suo.

Tu parli giustamente di doti umane. È vero: la sua umiltà, il suo senso dello Stato, la lealtà con cui ha sempre sostenuto il governo e la premier Meloni, senza mai mettersi davanti al carro, ma sempre dietro, a spingerlo, sono qualità che oggi fanno notizia proprio perché sono rare. Giorgetti non fa show, ma sostanza. Non ha bisogno di slogan, perché ha i numeri. E non ambisce alla gloria personale, perché il suo unico obiettivo è servire il Paese. Chi lo considera un tecnico lo sottovaluta. In realtà, è uno statista nel senso più autentico del termine: sobrio nei toni, profondo nelle analisi, determinato nelle scelte. Il suo amore per l'Italia si esprime nel lavoro, non nella retorica.

Hai ragione tu: queste qualità andrebbero riconosciute di più.

Ma, paradossalmente, è proprio il fatto che non lo siano a confermare la grandezza di quest'uomo. Perché la vera politica non ha bisogno di clamore: ha bisogno di serietà. Una serietà che era andata persa da tempo e che finalmente è stata restaurata.

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