Coronavirus

A Brescia raddoppiati i morti: ​così tutto è precipitato in 21 giorni

Le variazioni tra morti attesi e osservati nelle città italiane. Brescia è il caso più eclatante: 100 morti in più di quelli attesi in tre settimane, pari a +88%

A Brescia raddoppiati i morti: ​così tutto è precipitato in 21 giorni

In poco più di tre settimane, a Brescia i morti attesi sono più che raddoppiati, mentre a Milano se ne sono registrati 300 in più di quelli attesi. Sono quesi i numeri sulla mortalità in alcune delle città colpite dal Covid-19.

I numeri sulle vittime

A raccogliere tutti i dati è stato il Sistema di sorveglianza della mortalità del Ministero della Salute, gestito dal Dipartimento di epidemiologia del Lazio, che è incaricato di controllare la mortalità in diverse città campione. In questo modo, sarà possibile, in futuro, comprendere il peso che ha avuto la pandemia sulla popolazione. "L'eccesso di mortalità è calcolato come differenza tra la mortalità osservata e quella attesa, utilizzando come dato di riferimento la serie storica dei 5 anni precedenti", ha spiegato a Repubblica Marina Davoli, che dirige il Dipartimento. Lo studio sulla pandemia da Covid-19 ha preso in esame, per il momento, i decessi fino al 18, 19 e 20 marzo. I dati verranno aggiornati, ma già da questo primo quadro si può analizzare l'andamento della malattia.

La mortalità nelle città

Il caso più eclatante si è registrato a Brescia che, in poco più di tre settimane, ha visto l'88% in più delle morti previste: i decessi attesi avrebbero dovuto essere 112, invece sono stati 210, 100 in più. A Milano il distacco tra la mortalità attesa e quella osservata è stato meno netto, con una variazione del 36%: 1.102 morti, contro gli 813 attesi (289 morti in più rispetto alle stime). Alte anche le variazioni percentuali di Bolzano e Torino, rispettivamente al 34% e al 16%, con 22 e 105 morti in più. Più decessi rispetto a quelli attesi anche a Genova, che ha registrato, nel periodo analizzato, 634 morti, contro i 459 che erano stati previsti (il 38% in più). Alta anche la variazione a Civitavecchia, con il 54% in più di vittime, nonostante si tratti di numeri contenuti (37 contro 24), e a Bari, dove ci sono stati 211, invece dei 141 previsti. Contenuta, invece, la variazione a Bologna (+11%), Verona (+12%) e Venezia (+7%), mentre a Roma la situazione è rimasta stabile.

Le differenze per fascia d'età

A Brescia, si legge nello studio, "è evidente un incremento maggiore nella settimana del 7-13 marzo e del 14-20 marzo" e la mortalità riguarda soprattutto la classe d'età degli over 85enni. A Milano e Genova, invece, l'incremento maggiore si osserva nella settimana dal 14 al 20 marzo, per le persone dai 75 agli 84 anni. Anche a Bolzano l'incremento maggiore riguarda la classe 75-84 anni e lo stesso scenario si ripete a Perugia, Civitavecchia e Roma. "Al Nord- dice Davoli- da inizio marzo c' è stato un forte incremento della mortalità nella classe di età 75-84 e sopra gli 85 anni.

A partire dalla seconda settimana di marzo, l'aumento supera il valore della mortalità totale attesa, mortalità che nei mesi precedenti è stata più bassa del previsto, probabilmente sia per un minore impatto dell' influenza che per una minore esposizione alle basse temperature".

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