"Le dicevano cose tremende, come 'Ma perché sei ancora qui'. La chiamavano grassa, brutta. Era bellissima, assolutamente stupenda; l'unico punto su cui la gente poteva attaccarlo era il suo peso". Sono parole di grande dolore quelle pronunciate da Jackie Vela, sorella di Brandy, che si è uccisa a 18 anni per colpa dei bulli che da tempo la perseguitavano.
Aveva 18 anni Brandy Vela. Brandy che ha imbracciato una pistola, se l'è puntata al petto di fronte ai genitori che la imploravano di fermarsi, e ha fatto fuoco, distrutta dall'incessante sequela di insulti che le si riversavano addosso, come sempre era stato.
Dalla crudeltà dei bulli, che si erano spinti a creare falsi profili su Facebook pur di scriverle messaggi ingiuriosi e avvilenti, siti online in cui accanto al suo numero di telefono e al suo nome comparivano inviti espliciti: "Regala sesso gratis".
"Usavano un'applicazione e non era possibile rintracciarli", racconta ancora Brandy. Per questa la polizia, a cui la famiglia si era rivolta, dopo che Brandy aveva anche cambiato il suo numero di telefono, non aveva potuto fare nulla.
In un messaggio mandato pochi giorni prima dell'estremo gesto, parole che ora la
sorella - che racconta la storia alla Cnn - rilegge con dolore infinito. "Ti voglio così bene. Ricordatelo, ti prego. E scusami per tutto"."Avete ottenuto quello che volevate - dice ore il fratello maggiore, Victor -. Ora spero che siate felici".
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