
Il vino italiano è in salute. A certificarlo, più che un medico, è la 39ª edizione della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso, presentata ieri alla Nuvola di Fuksas a Roma, il grande appuntamento annuale che fotografa lo stato dell’enologia nazionale con l’accuratezza di un check-up completo. Quarantamila vini assaggiati, 508 promossi con il massimo dei voti — i celebri Tre Bicchieri — e 1.800 che si fermano appena sotto, ai Due Bicchieri Rossi. Numeri che non raccontano solo una graduatoria, ma un Paese che continua a investire sulla qualità, spesso lontano dai riflettori e dalle mode. Il ritratto tracciato dal direttore responsabile del Gambero Rosso, Lorenzo Ruggeri, parla di “un vino italiano in salute, curioso, in cerca di nuovi modelli indipendenti, frutto di conoscenza e innovazione”. Una dichiarazione che suona come un incoraggiamento più che un trionfo, ma che fotografa bene un settore dove la passione continua a battere la burocrazia. Tra le novità più significative, torna anche quest’anno la selezione dei Vini Rari: cinquanta bottiglie prodotte in meno di tremila esemplari, spesso frutto di vitigni dimenticati o di progetti coraggiosi. Piccoli numeri per grandi idee, in una guida che mantiene un approccio laico, come dimostrano i tredici Premi Speciali. Il titolo di Vignaiolo dell’Anno va a Francesco Carfagna dell’azienda Altura sull’isola del Giglio, mentre l’Azienda dell’Anno è il gruppo Alejandro Bulgheroni Family Vineyards, che firma vini in quattro tenute toscane. Il Brut Nature 2021 di Bosio si aggiudica il premio Bollicine dell’Anno; tra i bianchi domina il Roero Arneis Incisa Riserva 2020 di Monchiero Carbone, mentre il Rosato dell’Anno è il Cerasuolo d’Abruzzo Baldovino 2024 di Tenuta I Fauri. Per i rossi, trionfa il Brunello di Montalcino 2020 di Giodo, una meraviglia prodotta nell’azienda di proprietà del grande enologo Carlo Ferrini. Il premio per il Vino da Meditazione dell’Anno va invece alle Marche, con il Lina Passito 2023 della cantina Santa Barbara, mentre il riconoscimento per il miglior rapporto qualità-prezzo finisce in Calabria, al Cirò Bianco Mare Chiaro 2024 di Ippolito 1845. Fra le cooperative primeggia La Guardiense in Campania, e il titolo di Cantina Emergente vola ancora in Abruzzo, a Torre Zambra. Non manca la dimensione etica: il Premio Progetto Solidale va a Nino Caravaglio, produttore di Salina, per l’impegno nel coniugare sostenibilità e territorio. Il riconoscimento per la Vitivinicoltura Sostenibile, sponsorizzato da Zignago Vetro, premia invece la cantina umbra Antonelli – San Marco. E per non trascurare il futuro, arriva anche il Premio Giovani Produttori, assegnato a Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta di Cà du Ferrà, sostenuti da un progetto della Banca d’Asti dedicato alle nuove imprese agricole. Se la geografia del vino italiano resta la stessa, la mappa dei vincitori si allarga. Cinquanta aziende ottengono per la prima volta i Tre Bicchieri, segno che la qualità si muove, cambia indirizzo, e magari si spinge in territori finora ignorati. A testimoniarlo anche la storia di Charles-Louis de Noue, fondatore dell’Associazione dei Cavalieri dei Cru dell’Imperatrice-Regina Maria Teresa, premiato per il suo Brda Chardonnay Grobija Vadrignao il Cru 22 prodotto nel Collio, quasi al confine con l’Austria. In Toscana, Carpineto celebra la doppietta: Tre Bicchieri Gambero Rosso per il Brunello di Montalcino 2020 e Cinque Grappoli Bibenda per la Riserva 2019.
A firmarli è la giovane enologa Caterina Sacchet, che spiega: «L’annata 2020 esprime in maniera decisa ed elegante la potenzialità del terroir del Sangiovese Brunello». Un modo per dire che il classicismo, se ben interpretato, non ha bisogno di reinventarsi ogni anno.