Palermo, Anpi e Arci a Salvini: "Noi qui non ti vogliamo"

Niente aula bunker. Anpi e Arci Palermo hanno organizzato una contromanifestazione a quella del 23 maggio. L'appuntamento è alla Casina 'No mafia' di Capaci, il luogo in cui fu premuto il tasto che fece saltare in aria l'auto di Giovanni Falcone e della sua scorta. Il motivo? "Noi Salvini non lo vogliamo qui"

Palermo, Anpi e Arci a Salvini: "Noi qui non ti vogliamo"

E adesso anche le celebrazioni del 23 maggio diventano motivo di scontro. Due giorni fa, il ministro dell'interno Matteo Salvini ha confermato la propria presenza a Palermo in occasione del ventisettesimo anniversario della strage di Capaci. Una visita in aula bunker che però non piace ad Anpi e Arci, che in una nota affermano la loro contromanifestazione. L'appuntamento sarà sul luogo dell’attentato alla "Casina No Mafia", a Capaci, a partire dalle 10,30. "Il 23 maggio è un giorno di memoria nel quale chiediamo, ancora una volta, verità e giustizia per Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Di Cillo, Antonio Montinari, Vito Schifani e per tutte le vittime di mafia - spiegano le associazioni -. Il 23 maggio lo viviamo come un ulteriore giorno di Resistenza democratica nel rispetto della Costituzione nata da quella lotta popolare antifascista che qualcuno vorrebbe farci dimenticare; con la consapevolezza che esiste un nesso inscindibile tra lotta alla mafia, la difesa della democrazia da vecchie e nuova spinte autoritarie e la battaglia per affermare i diritti inviolabili dell’uomo e i doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, contro qualsiasi forma di discriminazione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Il 23 maggio - prosegue la nota congiunta - non deve essere un giorno di passerelle rituali né di propaganda politica, ma di mobilitazione democratica dal basso per contrastare i gravi rischi di collusione tra criminalità organizzata, economia legale e istituzioni, e per rivendicare verità e giustizia per tutte le vittime delle mafie e delle trame oscure che hanno cercato di condizionare la vita democratica del nostro paese dal dopo guerra ad oggi".

Al centro della polemica c'è sempre il vicepremier Salvini. C'è chi invita ad essere presente alla manifestazione ufficiale, chi vuole evitare strumentalizzazioni proprio nel giorno delle celebrazioni. Tra i firmatari della nota per la contromanifesazione c'è anche Giovanni Ferro, uno degli organizzatori della manifestazione che non risparmia un attacco diretto alla Fondazione Falcone, rea di aver trasformato l'anniversario in una passerella: "Il 23 maggio l'Italia non ha bisogno di passerelle e di qualche guappo per ricordare Giovanni, Francesca e tutte le vittime di mafia - scrive Ferro su Facebook -. Ci rifletta". Durissimo il commento di Giovanni Impastato, il fratello di Peppino, a Repubblica. "Invitiamo tutti i giovani a non andare il 23 maggio all'aula bunker e a venire invece alla manifestazione che stiamo organizzando a Cinisi nella sede di Casa memoria".

Intanto la Fondazione Falcone ha presentato il programma ufficiale. Le celebrazioni istituzionali si terranno nell’Aula Bunker dell’Ucciardone, luogo simbolo del maxiprocesso a Cosa nostra, e saranno trasmesse in diretta televisiva su Rai Uno dalle 10. Sono previste, poi, attività nelle piazze e nelle scuole della città. Nel pomeriggio partiranno i due tradizionali cortei di #PalermoChiamaItalia, che vedono protagonisti gli studenti ma che saranno aperti a tutta la città: il primo si muoverà alle ore 15.30 da via D’Amelio, il secondo alle ore 16 dall’Aula Bunker. Entrambi si ricongiungeranno sotto l’Albero Falcone, in via Notarbartolo, per il Silenzio, alle 17.58, l’ora della strage di Capaci. A Palermo ci saranno gli studenti siciliani, ma anche i circa 1.500 ragazzi che arriveranno, nella prima mattinata, con la Nave della Legalità che salperà il pomeriggio del giorno precedente dal porto di Civitavecchia. In totale a Palermo ci saranno almeno 70mila studenti.

"Nessuno di noi - dice Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone -, quel 23 maggio di 27 anni fa avrebbe immaginato che un giorno tragico, un giorno di dolore e lutto, sarebbe stato l’avvio di una trasformazione profonda del nostro Paese, l’inizio di un percorso che migliaia di studenti, migliaia di persone hanno da allora intrapreso portando avanti le idee di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e di tutti gli uomini e le donne dello Stato che sono morti per mano della mafia.

Vedere ogni anno Palermo invasa dai ragazzi che partecipano alle manifestazioni organizzate per l’anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio è una gioia immensa e al tempo stesso la dimostrazione che il lavoro quotidiano nelle scuole e nelle Università che la Fondazione Falcone e il Miur svolgono ha un valore inestimabile e rappresenta lo strumento più efficace per creare una coscienza antimafiosa nelle nuove generazioni. Solo una rivoluzione culturale profonda consente di vincere la battaglia contro la criminalità organizzata".

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