Coronavirus

Cade il "mito" dell'immunità di gregge: cosa succede ora

C'è pessimismo negli Stati Uniti per il raggiungimento dell'immunità di gregge, soglia che probabilmente non arriverà mai. ”È improbabile che il virus scompaia"

Cade il "mito" dell'immunità di gregge: cosa succede ora

Mentre si corre per fermare il virus, far diminuire contagi e decessi e raggiungere l'ormai mitica soglia dell'immunità di gregge, scienziati ed esperti di salute pubblica degli Stati Uniti dicono che questa soglia non sarà raggiungibile né a breve né, forse, mai.

Perché sarà così difficile raggiungerla?

Come riporta il NYTimes, più della metà degli adulti americani è stato vaccinato con almeno una dose ma i tassi di vaccinazione giornalieri cominciano ad essere in calo e si fa strada l'ipotesi che il Covid-19 non scomparirà ma rimarrà "una minaccia che continuerà a circolare negli Stati Uniti per gli anni a venire, causando ancora ricoveri e decessi ma in numeri molto più piccoli". L'affermazione, che inizialmente può suonare come pessimistica proprio adesso che l'Italia sta avendo un ruolino di marcia davvero ottimo (500mila vaccinazioni al giorno), ha anche un suo razionale realistico e dipende da molti fattori che, fino a pochi mesi fa, probabilmente sono stati sottovalutati. "È improbabile che il virus scompaia", ha detto Rustom Antia, biologa evoluzionista presso la Emory University di Atlanta. "Ma vogliamo fare tutto il possibile per verificare che sia probabile che si trasformi in una lieve infezione".

Si alza la soglia

Se inizialmente era stato calcolato che bastasse soltanto il 60-70% della popolazione, l'arrivo delle varianti ha cambiato le carte in tavola: quella inglese (B.1.1.7), dominante in Italia ed Europa, è circa il 60% più trasmissibile del ceppo originario ma non è l'unica. Non dimentichiamoci di quella sudafricana, brasiliana, indiana che, seppur non dominanti, destano maggiore preoccupazione di quella inglese. Di conseguenza, gli esperti hanno calcolato che la soglia di immunità di gregge si sia alzata intorno all’80% ma, se continueranno a svilupparsi varianti ancora più contagiose o se le persone vaccinate potranno comunque trasmettere il virus, questo calcolo dovrà essere nuovamente rivisto al rialzo. Alle varianti, aggiungiamo gli strati di popolazione contrari al vaccino o che è difficile raggiungere e mettere in sicurezza.

Fondamentale immunizzare i minorenni

Un altro fattore che rallenterà, di molto, l'immunità di gregge è dovuto alla mancanza di un vaccino per i bambini in età pediatrica (0-14) ma anche per gli adolescenti (14-18): se è vero che Pfizer ha annunciato un vaccino per i 12-15, non si sa ancora quando sarà disponibile ed, in ogni caso, rimarebbe comunque scoperta una larga fetta di popolazione giovanile. Non dimentichiamo che i giovanissimi sono un gran veicolo di diffusione del virus tra genitori, parenti e nonni: se non saranno vaccinati anche loro, Sars-Cov-2 continuerà certamente a circolare. "Sarà comunque impossibile arrivare almeno in futuro a una immunità di comunità senza vaccinare i minorenni, tenuto conto che anche una quota di adulti non vorrà o non potrà vaccinarsi", afferma al Corriere l’immunologa Antonella Viola, docente di Patologia all’Università di Padova.

Perché l'immunità di gregge è un miraggio

Esattamente un mese fa, noi del giornale avevamo anticipato le problematiche legate all'immunità di gregge (qui il nostro articolo di approfondimento) affermando che fosse "impossibile" o quasi da raggiungere per una ragione ancora più semplice: se il virus continuerà a vivere anche nell'angolo più remoto del pianeta Terra, la pandemia potrebbe ricominciare daccapo. Così come da Wuhan, una prossima pandemia potrebbe avere inizio in Canada piuttosto che in Argentina o in Australia piuttosto che in Sudafrica. Oltre all'immunizzazione di ogni nazione, se nei Paesi del Terzo mondo non si correrà ai ripari al più presto, basterà un semplice viaggio in aereo per far accendere la miccia (basti vedere i voli Italia-India di questi giorni): purtroppo questo virus non conosce confini ed è anche per questo che l'immunità di gregge intesa come tutto il mondo sarà davvero improbabile.

"Circolerà come l'influenza"

"Molto dipenderà anche da come muta il virus e da come risponde il nostro sistema immunitario - afferma la Prof.ssa Viola - se l’immunità parziale acquisita sarà sufficiente per bloccare gli effetti più gravi del virus è verosimile che Covid-19 comincerà ad assomigliare a un’influenza, a causa della quale ogni anno contiamo alcune vittime, ma che in genere non provoca malattia grave. Se invece il virus inizierà a eludere la risposta immunitaria indotta dai vaccini, anche a causa dell’emergere di varianti, ci vorrà più tempo per far si che si comporti come un’influenza stagionale". Somigliare non significa che sarà un'influenza: i due virus sono totalmente diversi e provocano una malattia totalmente diversa, non dimentichiamocelo mai.

"Dimentichiamola, le infezioni diminuiranno"

Il dottor Anthony Fauci, il più importante consigliere dell’amministrazione Biden sul Covid-19, ha riconosciuto questo cambiamento di prospettiva. "La gente pensava che non saremmo mai riusciti a ridurre le infezioni finché non avremmo raggiunto questo livello “mistico” di immunità di gregge, qualunque fosse il suo numero. Ecco perché abbiamo smesso di usare l’immunità di gregge nel senso classico. Dimentichiamola per un secondo. Se vacciniamo abbastanza persone, le infezioni diminuiranno", ha dichiarato Fauci.

Il paradosso, però, sta nel fatto che quando non c'erano i vaccini si pensava già a quando saremmo stati tutti immunizzati, adesso che la campagna vaccinale sta andando avanti molto bene sembra quasi che si faccia un passo indietro come a dire "eh però l'immunità non la raggiungeremo lo stesso": in attesa che questo controsenso si realizzi o meno, ci affidiamo al buon senso della gente.

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