Come saranno i controlli di Capodanno: cosa si rischia

Il Viminale aumenta le pattuglie a san Silvestro per far rispettare le regole anticontagio. Feste pubbliche vietate, buonsenso tra le mura domestiche

Come saranno i controlli di Capodanno: cosa si rischia

Il Viminale firma la stretta sui festeggiamenti per il Capodanno. Bruno Frattasi, capo di gabinetto del ministro Luciana Lamorgese, ha firmato questa mattina una circolare spedita a tutti i prefetti per stabilire le regole e i controlli previsti per l'ultimo giorno dell'anno e fino all'Epifania.

"Mirata intensificazione dei controlli": è questo il punto centrale del documento, che segue a ruota quelli già adottati a livello locale da sindaci e presidenti di Regione. Per questo, "nelle zone centrali e in quelle comunque contraddistinte da una maggiore concentrazione di locali ed esercizi aperti al pubblico", sarà presente un numero maggiore di pattuglie, per verificare che tutti stiano rispettando le regole stabilite dal decreto legge licenziato la vigilia di Natale. E dunque mascherine obbligatorie anche all'aperto e concerti, veglioni e qualsiasi altro genere di feste pubbliche vietate per evitare qualsiasi rischio di assembramento. Per questo è stata disposta la serrata per discoteche e affini, che potranno riaprire solo l'1 febbraio. Da giorni i controlli procedono anche sul web, per intercettare sui social i post che pubblicizzano feste clandestine e cenoni di vario tipo. I ristoranti saranno regolarmente operativi, ma si potrà sedere al tavolo solo chi è in possesso del super green pass. In caso contrario, i 70mila agenti in campo provvederanno a multare clienti e gestori.

Discorso diverso per chi decide di salutare il 2021 tra le mura domestiche in compagnia di parenti e amici. Il decreto non prevede nessuna regola specifica, se non quella del buonsenso, che suggerisce di limitare gli inviti a congiunti, amici e contatti stretti. Negli ultimi giorni si è scatenata una vera e propria corsa al tampone per evitare rischi di contagio di gruppo la sera di san Silvestro.

Visti gli effetti che questa vera e propria "febbre dei test" ha generato - tamponi introvabili e code chilometriche per chi riesce a prenotare l'appuntamento - virologi e medici hanno sottolineato la scarsa utilità di ricorrere a questa soluzione in vista del Cenone: "Mi accerterei che tutti i commensali siano vaccinati, possibilmente con tre dosi: in questo modo il rischio, sia di infettare che di essere infettato, si riduce al massimo, molto più che dopo aver fatto un tampone che vale "qui e ora" e non ha alcun valore predittivo", ha detto al Tempo il medico e sottosegretario al ministero della Salute Pierpaolo Sileri.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica