Coronavirus

Carceri, per i penalisti l'amnistia e l'indulto sono "strade da seguire"

Dopo le rivolte nelle ultime ore, in diversi istituti del Paese, un documento della giunta dell' Unione Camere penali e dell'Osservatorio carcere, ha suggerito alcune misure all'esecutivo: "I diritti vanno sempre garantiti e quello alla salute è inviolabile"

Carceri, per i penalisti l'amnistia e l'indulto sono "strade da seguire"

La rivolta nelle carceri in gran parte del Paese, in queste ore, ha messo in allarme tutti gli istituti penitenziari italiani. E in un documento della giunta dell'Unione Camere penali e dell'Osservatorio carcere, proprio su questo tema, si legge che "l'amnistia e, soprattutto, l'indulto sono le strade da seguire". Secondo quanto riportato dal documento dei penalisti, in questo momento, "occorre immediatamente rafforzare il personale dei tribunali di sorveglianza, magari con i magistrati che in questo periodo non terranno udienze, per verificare quanti detenuti (e non sono pochi) hanno diritto ad avere gli arresti domiciliari, ovvero la misura (pena) alternativa dell'affidamento in prova al servizio sociale, anche aumentando, con decreto legge, il tetto della pena da scontare per accedere al beneficio".

"Ridurre gli ingressi"

In base a quanto riportato dai penalisti, un altro punto da considerare è quello di "ridurre fortemente, in questo momento, gli ingressi nuovi nelle carceri, rafforazando il ricorso alla graduazione in arresti domiciliari delle misure richieste in carcere e sospendendo gli ordini di esecuzione per pene residure inferiori almeno a due anni". I diritti, come si legge ancora nel documento diffuso, "vanno garantiti sempre e quello alla salute è un diritto inviolabile, che deve trovare tutela da parte dello Stato per non esasperare gli animi di persone già allo stremo per il trattamento a cui sono sottoposti".

"Emergenza anche dentro le mura"

Secondo quanto scritto nel documento, le rivolte dei detenuti di Salerno, Napoli, Frosinone, Modena e altri istituti "non possono essere giustificate, ma traggono origine da un male che da troppo tempo affligge l'esecuzione penale in Italia, a cui è necessario trovare immediate soluzioni". In base a quanto riportato dai penalisti, infatti, "ora più che mai", visto che "l'emergenza è anche dentro le mura".

L'appello al governo e le proposte

Nel loro documento, definito un "appello" al Governo e a tutte le forze politiche e parlamentari, i penalisti evidenziano che, di fronte all'emergenza coronavirus nelle carceri "occorrono intelligenza, coraggio e determinazione". Le proposte, quindi, sono quelle di un "immediato rafforzamento dei tribunali di sorveglianza, con distacco dei magistrati che, in questo periodo, non terranno udienze, per la concessione di detenzioni domiciliari e misure alternative", "indicazione agli uffici gip per il ricorso rafforzato agli arresti domiciliari in sede di disposizione delle misure cautelari e "indulto per le pene in esecuzione inferiori a due anni".

Infine, i pensalisti e l'Osservatorio carcere, chiedono che sia avviato in Parlamento "un serrato confronto sull'ipotesi di amnistia per decongestionare il carico degli uffici giudiziari in questo momento di emergenza".

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