Cronache

Caritas, chieste condanne per don Rosso e don Licciardello

L’indagine, che andava avanti da 2 anni e mezzo, si è conclusa con la richiesta di condanna per i due imputati coinvolti; lunedì parola alle difese

Caritas, chieste condanne per don Rosso e don Licciardello

Caritas, consistenti ammanchi nei conti: il processo si conclude con la richiesta, da parte del Pm Chiara Venturi, di 4 anni di carcere per don Renato Rosso e di 2 anni e 8 mesi (oltre ad un’ammenda di 700 euro) per don Carmelo Licciardello.

Le accuse rivolte ai due sono pesanti, dato che si chiede conto di un buco di oltre 1 milione di euro rilevato nelle casse dell’ente benefico. Prosciolta invece da ogni capo d’imputazione l’ex segretaria della Caritas Antonella Bellissimo, sollevata da ogni responsabilità dalla testimonianza di don Rosso.

Le indagini hanno avuto inizio circa due anni fa, e si sono infine concentrate sulla condotta non proprio irreprensibile di don Rosso, direttore della Caritas tra 2005 e 2012, e di don Licciardello, a quei tempi parroco di Ceriale. I capi d’imputazione contestati al primo sono quelli di appropriazione indebita, malversazione ai danni dello Stato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche; per il secondo l’accusa invece è quella di concorso in appropriazione indebita di denaro destinato alla onlus Rishilpi, che gestiva operazioni di adozione a distanza. Gli inquirenti hanno evidenziato un’ammanco di 78mila euro (tra 2005 e 2015) come risultante della discrepanza tra quanto donato spontaneamente dai fedeli e quanto era stato invece effettivamente destinato alle adozioni a distanza.

L’accusa più grave, imputata unicamente a don Renato Rosso, è quella di aver sottratto attraverso vari prelevamenti da cinque diversi conti correnti della Caritas ingenti somme di denaro, pari a circa un milione di euro. Contestato dagli inquirenti anche il contributo regionale di 32mila euro, che doveva esser finalizzato all’acquisto di un camper da utilizzare per portare assistenza ai bisognosi sul territorio, poi in effetti mai acquistato.

Sempre legata all’accusa di truffa aggravata la richiesta di 120mila euro alla Regione per poter ristrutturare il chiostro di Sant’Agostino a Loano, quando invece erano già stati versati ad hoc 140mila euro da Giuseppe Salice, presidente di “Color your life”, l’ente che avrebbe beneficiato dei locali rimessi a nuovo.

La prossima udienza è fissata a lunedì, quando la parola passerà alla difesa.

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