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La Carta di Milano e il sacro diritto al cibo

Sarà l'eredità culturale dell'evento. Ogni anno sprecati alimenti per 1,3 miliardi di tonnellate

di Luigi Cucchi

La nebbia si è alzata, i timori che hanno preceduto l'inaugurazione di Expo 2015 si sono quasi dissolti. È rimasto l'entusiasmo dei visitatori, sempre più coinvolgente. Il nuovo modello di Esposizione universale non è solo una vetrina delle migliori tecnologie per un futuro sostenibile, ma un evento globale e interattivo con migliaia di appuntamenti culturali e di intrattenimenti. Spettacoli, concerti, convegni, show cooking, laboratori didattici e mostre, hanno fatto da corollario al tema al centro della manifestazione: «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita» è il filo logico che attraversa tutti gli eventi organizzati sia all'interno sia all'esterno di Expo, un'occasione per riflettere e confrontarsi sui diversi tentativi di trovare soluzioni alle contraddizioni del nostro mondo. Da una parte un'umanità che soffre la fame (circa 870 milioni di persone denutrite nel biennio 2010-2012), dall'altra chi muore per disturbi di salute legati a un'alimentazione scorretta e troppo cibo (circa 2,8 milioni di decessi per malattie legate a obesità o sovrappeso). Inoltre, ogni anno, circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate.

Per questo motivo servono scelte politiche consapevoli, stili di vita sostenibili e un più giusto equilibrio tra disponibilità e consumo delle risorse. Nutrirsi è certamente un atto necessario, fondamentale per la nostra vita e il nostro benessere, ma può essere anche uno dei più gioiosi per l'uomo. Il piacere del palato diventa strumento di conoscenza: i sapori e gli odori delle cucine internazionali raccontano la storia e le culture delle società del Pianeta.

L'eredità culturale di Expo è la Carta di Milano. Per la prima volta nella storia delle Esposizioni universali, il grande evento internazionale è stato preceduto da un dibattito nel mondo scientifico, nella società civile e nelle istituzioni sul tema della manifestazionei. Questo intenso e profondo processo ha portato alla definizione della Carta di Milano: un documento partecipato e condiviso che richiama ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo.

I grandi temi affrontati dalla Carta di Milano sono quattro, tutti inseriti all'interno della cornice del diritto al cibo: 1) quali modelli economici e produttivi possano garantire uno sviluppo sostenibile in ambito economico e sociale; 2) quali, tra i diversi tipi di agricoltura esistenti, riusciranno a produrre una quantità sufficiente di cibo sano senza danneggiare le risorse idriche e la biodiversità; 3) quali siano le migliori pratiche e tecnologie per ridurre le disuguaglianze all'interno delle città, dove si sta concentrando la maggior parte della popolazione umana; 4) come riuscire a considerare il cibo non solo come mera fonte di nutrizione, ma anche come identità socio-culturale.

I singoli cittadini, le associazioni e le imprese sottoscrivendo la Carta di Milano si assumono responsabilità precise rispetto alle proprie abitudini, agli

obiettivi di azione e sensibilizzazione e chiedono con forza ai governi e alle istituzioni internazionali di adottare regole e politiche a livello nazionale e globale per garantire al Pianeta un futuro più equo e sostenibile.

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