Carte e nozze false per la residenza in Italia: rimpatriata una russa

Il cliché è sempre lo stesso: un matrimonio combinato per ottenere la residenza in Italia. Sfortuna vuole, però, che il marito finisce in carcere e così viene meno il regime di convivenza, necessario per il permesso di soggiorno

Carte e nozze false per la residenza in Italia: rimpatriata una russa

Il cliché è sempre lo stesso: un matrimonio combinato per ottenere la residenza in Italia. Sfortuna vuole, però, che stavolta il marito finisce in carcere e così viene meno il presupposto della convivenza, necessario, oltre all’atto di matrimonio, per ottenere il permesso di soggiorno nel nostro Paese.

Ma se alle nozze finte aggiungiamo pure la carte false, prodotte in Questura, sempre con lo stesso fine, non resta che il rimpatrio "senza se e senza ma". Protagonista è una trentanovenne russa, Ivana K., giunta in Italia nel 2004. Appena tre anni dopo, nel 2007, si sposa con un uomo conosciuto in un night di Milano. Non è il grande amore che unisce i due in matrimonio, ma il miraggio di una vita regolare nel nostro Paese.

E infatti, nel giro di breve tempo, i due coniugi si separano e ognuno prende la propria strada. Il marito, in particolare, dopo una serie di avventure romantiche, viene arrestato per estorsione e trascorre in carcere gli anni tra il 2015 e il 2018. Proprio allora, la donna si reca in Commissariato a Sanremo, l’ultima città in cui ha vissuto, chiedendo il rilascio di un permesso di soggiorno per matrimonio. Istanza che verrà successivamente rigettata dalla Questura di Imperia, in quanto il coniuge è in carcere e viene a mancare il requisito principale: quello della convivenza. Ma non finisce qui.

A ciò si aggiunge che, nel 2015, la donna aveva presentato falsa documentazione alla Questura di Vercelli - trattandosi in quel caso di una posizione lavorativa inesistente - sempre col fine di ottenere il soggiorno in Italia.

Quindi, a seguito del rifiuto di permesso di soggiorno del 2018, considerati la condizione di clandestinità e i numerosi tentativi per ottenere un valido documento, commettendo anche azioni illegali, il Questore di Imperia ne ha disposto il rimpatrio con volo diretto a Mosca.

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