Cronache

Caso Cucchi, 2 carabinieri ​chiedono di essere parte civile: "Abbiamo eseguito ordini"

I legali: "Hanno solo subito, non sono nella stessa linea gerarchica. Le vittime, dopo Cucchi, sono loro due"

Caso Cucchi, 2 carabinieri ​chiedono di essere parte civile: "Abbiamo eseguito ordini"

Si torna a parlare del caso Cucchi, il ragazzo arrestato il 15 ottobre del 2009 per droga e morto dopo sette giorni, a causa del pestaggio subito dai carabinieri che lo avevano in custodia. Ora, due militari dell'Arma, imputati nel processo parallelo a quello della morte, che vuole far luce sui presunti depistaggi seguiti alla morte di Stefano, hanno chiesto di costituirsi parte civile.

Secondo quanto riferisce AdnKronos, si tratterebbe dei carabinieri Massimiliano Colombo Labriola e Francesco Di Sano, che hanno chiesto al giudice Giulia Cavallone di costituirsi parte civile nel procedimento, nei confronti di Luciano Soligo e Francesco Cavallo. All'epoca dei fatti, Colombo Labriola, era il comandante della stazione di Tor Sapienza, mentre Di Sano, nel 2009 in servizio alla stazione di Tor Sapienza.

Secondo i legali i due carabinieri hanno eseguito un ordine arrivato dai superiorie: "L'ordine fu dato da chi insistendo sulla modifica sapeva qualcosa di più. Loro hanno subito un danno di immagine, da questo punto di vista sono nella stessa condizione degli agenti penitenziari". Secondo i difensori, i due carabinieri "non sapevano del pestaggio e Colombo Labriola non hai mai incrociato Cucchi". Non ci sarebbe alcun falso per i due militari, quindi, che ora chiedono di costituitsi parte civile, dato che "se non avessero eseguito quell'ordine sarebbero incorsi in un reato militare". Infine hanno aggiunto: "Non c'è nessun concorso, hanno solo subito, non siamo nella stessa linea gerarchica. Le vittime, dopo i Cucchi, sono loro".

Il processo per i presunti depistaggi vede imputati il generale Alessandro Casarsa, che nel 2009 era comandante del Gruppo Roma, e altri 7 carabinieri. Sono accusati a vario titolo di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia. Oltre a Casarsa sono imputati nel processo anche Lorenzo Sabatino, allora comandante del reparto operativo dei carabinieri di Roma, Francesco Cavallo, all'epoca dei fatti tenente colonnello e capo ufficio del Gruppo Roma, Luciano Soligo, che era il maggiore dell'Arma e comandante della compagnia Roma Montesacro.

Fanno parte degli 8 imputati anche Tiziano Testarmata, comandante della quarta sezione del nucleo investigativo e il carabiniere Luca De Cianni, accusato di falso e di calunnia.

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