Cronache

Cassazione conferma la condanna ad Ambrogio Crespi

Tante le reazioni dal mondo politico e giornalistico per la condanna di Ambrogio Crespi a sei anni di reclusione per scambio di voti con la 'Ndrangheta

Cassazione conferma la condanna ad Ambrogio Crespi

La Cassazione ha confermato la condanna a sei anni per il regista Ambrogio Crespi, accusato di aver procurato voti a Domenico Zambetti, assessore alla Casa della giunta Formigoni, per le regionali del 2010. Voti che, secondo l'accusa, sarebbero arrivati da ambienti vicini alla 'Ndrangheta. Tutto è nato da alcune intercettazioni ma in questi anni il regista ha sempre professato la sua innocenza. L'avvocato Riccardo Olivo, divensore di Crespi, si dice "sconcertato dall'esito del ricorso". Il fratello Luigi è intervenuto sui social: "Condannato perché avrebbe prodotto dei voti per un politico che non ha mai conosciuto insieme a delle persone che non ha mai frequentato nella sua vita. Una persona innocente, con centinaia di testimonianze, con una vita specchiata che è stata travolta dalla viltà, dalla ingiustizia e dalla stupidità di un sistema incapace di correggersi".

Dal centrodestra sono arrivati moltissimi messaggi di supporto e sconcerto per la condanna. Tra chi ha commentato la decisione della Cassazione c'è Francesco Storace: "Ambrogio Crespi non merita quella sentenza di condanna. È una persona per bene e nessuno ha il diritto di dipingerlo come un mafioso. Oggi è morto un altro pezzo di giustizia". È intervenuto sulla vicenda anche Stefano Caldoro, capo dell'opposizione di centrodestra in Consiglio regionale della Campania: "Colpito per la condanna di Ambrogio Crespi. Conosco il suo impegno, le sue battaglie, il suo talento. Resto senza parole".

Tra i primi a commentare la condanna c'è stato Clemente J Mimun, direttore del Tg5: "Lo conosco da molti anni, non posso credere che sia quello che è stato descritto fin qui. Mi spiace moltissimo per lui, per i suoi bambini, per la sua famiglia. Non ho mai avuto bisogno di vedere che diventava un bravo regista antimafia per avere chiaro che non fosse minimamente colluso con quegli ambienti. Spero che in ambito europeo ci sia la possibilità di riparare a quella che io penso sia un'ingiustizia". Parole d'incredulità anche da parte del giornalista Luca Telese, profondo conoscitore della vicenda giudiziaria, che bolla la colpevolezza di Crespi come "un'ipotesi di fantascienza che non ha né capo né coda. Ero convinto che sarebbe stato assolto, così non è accaduto ed è una notizia che mi lascia scioccato". Luca Telese ha incrociato ilregista in campo professionale e poi ne ha approfondito l'iter giudiziario: "Mentre stava in Albania a curare l'immagine del premier albanese, avrebbe orientato i voti nelle elezioni della periferia milanese, le preferenze dei clan dei calabresi? È una roba un pò di fantascienza, senza contare che Ambrogio non conosceva la persona a cui teoricamente secondo l'accusa doveva portare i voti".

A intervenire con un commento sui fatti anche Santi Consolo, magistrato ed ex direttore del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria: "Mi dispiace, umanamente, ma allo stato non posso commentare la sentenza perché non ne conosco le motivazioni. Sono semplicemente addolorato, ho conosciuto Crespi, una persona di grande intelligenza, ricca di cultura e sensibilità". Non ha, invece, nessun dubbio Sergio D'Elia, segretario di 'Nessuno tocchi Caino': "Oggi è stato condannato un innocente. Di solito si dice che le sentenze non si commentano. Questa, per la gravità, va immediatamente e chiaramente commentata.

Io conosco Ambrogio non solo come uomo, ma soprattutto come autore e regista di 'Spes contra spem', un'opera che un ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha definito 'manifesto della lotta alla mafia'".

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