Cronache

Centeno ammette: "Strumenti del Mes legati a condizioni"

Il presidente dell'Eurogruppo fiducioso in un "largo sostegno" sulle nuove misure d'emergenza da adottare per fronteggiare il coronavirus e la crisi economica

Centeno ammette: "Strumenti del Mes legati a condizioni"

Dal presidente dell'eurogruppo Mario Centeno arrivano alcune importanti precisazioni in vista della cruciale riunione dei ministri delle finanze in programma martedì dopo che ieri Francia e Germania hanno trovato l’accordo sul piano dell’Unione europea per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Un accordo che contempla il ricorso al Mes e apre le porte a una linea di credito fino al 2% del Pil del singolo Stato, con un intervento della Banca europea per gli investimenti che garantirà fino all’80% dei prestiti a breve termine delle banche e, infine, il ricorso al fondo dell’Unione europea per la disoccupazione.

Centeno, intervistato dal quotidiano La Repubblica, spiega al proposito del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, che "gli strumenti del Mes sono legati a condizioni", ma il Fondo "è pronto a sganciare le sue linee di credito dalla logica della crisi dei debiti sovrani". Non avrebbe senso, osserva l'economista portoghese, "abbinare il sostegno alla crisi da pandemia a un programma di privatizzazioni o a una riforma del mercato del lavoro. Le condizioni devono essere legate al virus e nel lungo periodo i Paesi beneficiari, come gli altri, dovranno tornare in una situazione di sostenibilità dei conti. Disegnato così, chi si rivolgerà al Mes eviterà lo stigma dei mercati". In vista di martedì, spiega Centeno a Repubblica, proporremo "un pacchetto di difesa della zona euro con tre misure: protezione dei debiti sovrani, sostegno alle imprese e ai lavoratori. Si tratta delle linee di credito del Mes aperte a tutti fino a 240 miliardi, la proposta che permetterà alla Bei di raccogliere fino a 200 miliardi e i 100 miliardi della Commissione per gli ammortizzatori sociali. Una rete di salvataggio da oltre 500 miliardi che si somma alle misure già prese dai governi e agli 870 miliardi della Bce".

Secondo il presidente dell'eurogruppo Mario Centeno, al fine di fronteggiare l'imminente crisi economica, serve un piano straordinario, come quello adottato dall'amministrazione americana di Donald Trump. "I numeri sono del tutto sconvolgenti, stiamo vivendo la peggior recessione da 70 anni. Negli Stati Uniti in 15 giorni sono stati chiesti 10 milioni di sussidi alla disoccupazione: senza un piano di ripresa coraggioso non possiamo escludere dati simili anche da noi". E apre (timidamente) sugli eurobond, contro le posizioni dei Paesi del nord Europa (Olanda e Germania in primis): "Non dobbiamo essere diffidenti verso espressioni come Coronabond senza una discussione adeguata" afferma. Ieri il ministro delle finanze Roberto Gualtieri ha sottolineato che per il nostro Paese "in merito al Mes, per l’Italia è uno strumento inadatto a gestire questa crisi nella forma attuale". Come ha detto il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha aggiunto Gualtieri, solo un "Mes senza condizionalità che conservi del vecchio meccanismo solo il nome, diventando, di fatto un fondo per la lotta alla pandemia", potrebbe "essere adeguato a concorrere, insieme agli altri strumenti, a una risposta europea all’altezza della sfida che deve essere imperniata su soluzioni nuove".

Ma l'ipotesi di un "Mes sbiadito" è soltanto un'illusione, come ha spiegato il professor Alessandro Mangia, professore ordinario di diritto costituzionale nella facoltà di giurisprudenza dell'Università Cattolica di Milano, in un'analisi pubblicata su IlSussidiario. Chi la avalla, osserva, "e la spaccia come una cosa, non dico credibile, ma almeno sensata, sembra essersi dimenticato di un particolare: ossia che nel 2012, quella curiosa istituzione che va sotto il nome di Meccanismo Europeo di Stabilità, e la cui reale utilità è a tutt’oggi misteriosa, è stato istituto con un Trattato internazionale per evitare una modifica troppo estesa dei Trattati usciti da Lisbona".

L'articolo legato al Mes prevede infatti che "la concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità".

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