Quello che non vi dicono sul Gratta e Vinci

La passione per il gioco d’azzardo usata dallo Stato come benzina per il motore delle proprie casse: ecco tutti i "segreti" dei gratta e vinci

Quello che non vi dicono sul Gratta e Vinci

La passione per il gioco d’azzardo usata dallo Stato come benzina per il motore delle proprie casse. A confermarlo è un’indagine svolta dall’Agenzia specializzata Agimeg e pubblicata dal settimanale L’Espresso. Stando ai dati raccolti, infatti, nel corso del 2015 il business di giochi e lotterie ha mosso circa 88 miliardi di euro, molto di più rispetto all’anno precedente (chiuso con 84 miliardi e 200 milioni di euro). E tra gli svaghi preferiti dagli italiani spicca il “gratta e vinci“. A sottolineare questa tendenza c’è anche il fatto che nel corso degli ultimi 12 mesi sono state istituite ben 20 nuove lotterie istantanee (si chiamano così i tagliandi da grattare). Ultimo in ordine cronologico, riporta Rocco Vazzana su L’Espresso, è “Il Forziere“, nato con un decreto del 31 dicembre. L’Italia è il Paese in cui si vendono più gratta e vinci al mondo: stampiamo un quinto dei biglietti di tutto il pianeta. In totale, compresi i biglietti vecchi ma ancora in voga, esistono 59 tipologie diverse di tagliando, con prezzi che vanno da 1 a 20 euro. Un giro d’affari che nel 2014 ha toccato quota 9 miliardi e 400 milioni di euro e che nel 2015 si stima intorno ai 9 miliardi.

Due premi su tre, numeri alla mano, equivalgono al costo del biglietto. Una piccola gratificazione che spesso illude il consumatore e lo induce a giocare ancora, confidando nella dea bendata. Che però non può fare miracoli.

Per fare degli esempi concreti: quante possibilità ci sono di grattare il premio più ghiotto (500mila euro) di un “Nuovo Miliardario”? Una su 5 milioni e 280 mila biglietti, lo 0,000013 per cento. E quante probabilità esistono di mollare tutto e diventare “Turista per sempre”? Una su 2 milioni e 880 mila, lo 0,000035 per cento. Ma questi dati sul tagliando non li troverete.

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