Chi di Natale colpisce di Pasqua ferisce

Otto giorni alla vigilia di Natale e ancora non sappiamo esattamente ciò che potremo o non potremo fare

Chi di Natale colpisce di Pasqua ferisce

Otto giorni alla vigilia di Natale e ancora non sappiamo esattamente ciò che potremo o non potremo fare. Dei danni economici che l'incertezza provoca direttamente e indirettamente ne abbiamo parlato in lungo e in largo. Ma qui ora si va oltre: questo è un governo di maleducati che non ha alcun rispetto dei cittadini. Chiudano, tengano aperto tutto o a metà, a scacchiera o se preferiscono pure a raggiera, ma prendano una decisione definitiva e finiamola lì con questo balletto che crea solo ansia.

Conte è quel tipo che indeciso se attraversare, si pianta in mezzo alla strada e inevitabilmente viene investito dalle auto che arrivano da entrambe le direzioni: sul Natale le prende sia da chi si lamenta per un eccesso di limitazione alla libertà, che da chi vorrebbe più rigore. Il bello è che entrambi potranno vantare di aver ragione perché alla fine, vedrete, sarà il classico né-né che da sempre caratterizza l'azione del premier: né con la Tav né contro, né con il Mes né contro, contro i Benetton ma solo un po', eccetera eccetera.

Nell'indecisione c'è un tasso di crudeltà che Conte ben interpreta con quel suo fare apparentemente mansueto. Conte non è divisivo, è neutro. Lui non vuole chiudere il Natale ma nemmeno tenerlo aperto, lui vuole solo rimanere a Palazzo Chigi. Dante, nella Divina Commedia, scrive che i posti più caldi dell'inferno sono riservati a coloro che nei momenti di grande crisi mantengono la loro neutralità, tanto era il suo disprezzo verso chi governa «salvo intese».

Ma senza scomodare il Sommo, non è un caso che il clima politico intorno a Conte si stia surriscaldando giorno dopo giorno. Sullo sfondo si agitano più questioni, dall'emergenza sanitaria ai soldi dell'Europa, dal controllo dei servizi segreti (elemento ignorato dal pubblico ma assai importante e delicato) alle manovre di posizionamento per l'elezione del futuro Capo dello Stato.

E tutte hanno un comune denominatore: l'indecisionismo del Presidente del Consiglio che a furia di stare fermo si è fatto accerchiare e oggi è prigioniero tra le mura di Palazzo Chigi.

Noi ancora oggi non sappiamo come passeremo il Natale. Ci consola che Giuseppe Conte non abbia certezze sulla sua Pasqua.

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