Cronache

Chi soffia sul fuoco Covid. "Profezie" sul nuovo incubo 

Secondo Gimbe con questo aumento di casi si rischiano nuovi lockdown. In barba a chi cerca di mantenere un po’ di razionalità e spegne gli allarmismi

Chi soffia sul fuoco Covid. "Profezie" sul nuovo incubo 

Anche la Fondazione Gimbe continua a soffiare sul fuoco che, invece di spegnersi, rischia così di divampare presto in un incendio indomabile. Dopo che il Comitato tecnico scientifico, con le parole di Miozzo, suo coordinatore, ha minacciato chiaramente nuovi possibili lockdown, anzi per loro quasi certi, adesso arriva anche la Fondazione Gimbe a mettere carne sul fuoco. Ha infatti monitorato e commentato i dati relativi al periodo compreso tra il 4 e l’11 agosto. Con tanto di tragica profezia.

I dati

Il presidente Nino Cartabellotta ha parlato di un trend preoccupante e ha avvertito che, se non si riesce a invertire la rotta, “sull’avvio dell’anno scolastico incombe lo spettro di nuovi lockdown”. Alunni e, soprattutto genitori, avvertiti. L’incremento del 46% dei nuovi casi, con un +2.818 contro i 1.931 della settimana precedente, e la crescitadel numero di pazienti ricoverati con sintomi (801 invece di 761) e anche di quelli in terapia intensiva (49 contro 41), è perfetto per chi vuole creare allarmismo nella popolazione. Quello che preoccuperebbe maggiormente la Fondazione Gimbe sarebbe l’aumento dei casi in proporzione ai tamponi fatti: 174.671 quelli effettuati tra il 4 e l’11 agosto, contro i 187.316 della settimana precedente, quindi -6,8%. Cartabellotta ha spiegato che “se nelle prime tre settimane di luglio i nuovi casi erano stabili (circa 1.400 per settimana), nelle ultime due sono progressivamente aumentati da: 1.736 nella settimana 22-28 luglio a 1.931 nella settimana 29 luglio–4 agosto e a 2.818 nella settimana 5–11 agosto”. Si sarebbe anche registrato un incremento di 8 pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva.

Non tutte le regioni hanno però avuto lo stesso trend di crescita. In 5 Regioni vi è stato invece un calo complessivo di 31 nuovi casi rispetto alla settimana precedente. Sono quindici le Regioni dove invece vi è stato un aumento di positivi. Prima la Lombardia, con +198, che solo per poco distanzia la Sicilia, con un +153. Nel report di monitoraggio del coronavirus a cura del ministero della Salute e dell'Istituto superiore di sanità, si legge che "le stime Rt tendono a fluttuare in alcune Regioni e Province autonome in relazione alla comparsa di focolai di trasmissione che vengono successivamente contenuti. Si osservano, pertanto, negli ultimi 14 giorni stime medie pari o superiori ad 1 in nove Regioni dove si sono verificati nelle ultime 3 settimane recenti focolai ma senza comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali". Nel report si invita quindi la popolazione alla cautela, perchè, come viene sottolineato, in alcune parti dell'Italia la circolazione del virus è ancora rilevante.

L'allarme

Si legge inoltre che "in quasi tutte le Regioni e Province autonome sono stati diagnosticati nella settimana di monitoraggio nuovi casi di infezione importati da altra Regione e/o da Stato estero. Oltre ai focolai attribuibili alla reimportazione dell'infezione, vengono segnalati sul territorio nazionale alcune piccole catene di trasmissione di cui rimane non nota l'origine. Questo conferma come in Italia l'epidemia di COVID-19 non sia conclusa e come la situazione epidemiologica rimanga estremamente fluida e a rischio di peggioramento". Tanto per non creare allarmismi.

Il presidente Cartabellotta ha manifestato preoccupazione a fronte dei nuovi dati. “Se da un lato Governo e Regioni cercano di mettere in campo nuove azioni per frenare la risalita dei contagi, la comunicazione pubblica continua a essere influenzata da messaggi che minimizzano i rischi, ignorando totalmente dinamiche e tempistiche che condizionano la risalita della curva epidemiologica e facendo leva sull’analfabetismo scientifico di una parte della popolazione” ha affermato. Messaggi quindi fuorvianti arrivano alla popolazione che non si rende conto del pericolo e si fida di chi minimizza. Che sia un attacco, neanche tanto velato, a Zangrillo e compagnia? Neanche a farlo apposta, proprio ieri sera il professore aveva ribadito in trasmissione che i positivi non sono malati e ha invitato a evitare allarmismi e, subito dopo, su Twitter Cartabellotta aveva scritto: “Questa affermazione in ottica di sanità pubblica è una grande bestemmia, caro Zangrillo”. Guadagnando come risposta dal professore un bel "Studia".

La profezia: in arrivo nuovi lockdown

Di contro Cartabellotta ha invitato le autorità sanitarie a controllare maggiormente e a individuare sul nascere i nuovi focolai e i casi di importazione dall’estero. Infine ha rivolto un appello a tutti gli esperti chiedendo loro di dare informazioni equilibrate e oggettive. In caso di incertezza, praticamente meglio tacere e continuare a seguire le regole. Altrimenti, si è lasciato andare a una profezia degna di Nostradamus, “sull’avvio dell’anno scolastico incombe lo spettro di nuovi lockdown”.

Del resto, se tutto dovesse finire in una bolla di sapone, il governo sarebbe finalmente costretto a guardare la realtà e a prendersi le proprie responsabilità.

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