Beata la Chiesa che ha bisogno di eroi, di persone straordinarie, di martiri della fede come don Roberto Malgesini, un santo ucciso dall'uomo che avrebbe voluto aiutare. I preti di strada alla don Roberto sono il simbolo della Chiesa che Papa Francesco vorrebbe, sono il seme della parola di Dio che prova a far germogliare la pianta della fede nella nostra società, inaridita dalla vittoria dell'Io sugli altri.
Ma la testimonianza non basta. Soprattutto quando la politica strattona la talare di don Roberto, lacerandola, perché «esalta non un prete ucciso, ma la propria ideologia a cui lo vorrebbe associare», per dirla con le parole di don Antonello Iapicca, sacerdote senza peli sulla lingua che su Facebook ha un discreto seguito. Come tutti i preti di strada, don Roberto ha riempito un vuoto lasciato dai servizi sociali, dalla polizia, dalla solidarietà delle persone. Là dove una politica miope ha farcito di irregolari disperati i nostri quartieri, tanti sacerdoti vanno a caccia di anime, portando la luce della fede nel buio della disperazione dove sono precipitate.
Eppure l'esercito dei silenziosi don Roberto fa comodo a chi spera in una predicazione della parola di Dio limitata agli ultimi, che si fa catacombale, ovattata, quasi silenziosa. Fa comodo a chi vorrebbe disfarsi dell'unica voce che oggi si batte isolata e solitaria per la tutela della vita sin dal concepimento, che fa argine alla deriva eugenetica, che urla di fronte all'utero in affitto che profana il corpo della donna. Quando la Chiesa disvela l'illusione diabolica di poter controllare la vita e la morte dà fastidio.
Ecco perché serve una Chiesa dei penultimi, dei terzultimi e servono anche i preti alla don Iapicca, «uomini di fede che aiutano le coppie a non divorziare, le donne a non abortire, i ragazzi a non drogarsi e non avere rapporti laceranti prima del matrimonio, tante persone a vivere le difficoltà con il proprio genere sessuale alla luce liberante del Vangelo; a vivere questo tempo senza la paura indotta dall'informazione del pensiero unico; che accompagnano malati gravissimi sulla loro dolorosa Via Crucis senza scappare e bestemmiare».Servono anche i preti che, come Gesù, scaccino gli ipocriti mercanti di buonismo dal tempio.
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