Cronache

Chiudono l'area per una bomba inesplosa, ma era una lavatrice

L'amministrazione di centrosinistra del Comune di Bagni a Ripoli (in Toscana) aveva richiesto l'intervento degli artificieri per disinnescare un ordigno bellico inesploso, transennando per una settimana un'intera frazione: in realtà si trattava del cestello metallico di una vecchia lavatrice

Due artificieri all'opera (foto di repertorio)
Due artificieri all'opera (foto di repertorio)

La cittadinanza era in fibrillazione ormai da una settimana, quando è stato scoperto quello che aveva tutta l'aria di essere un ordigno inesploso risalente alla Seconda guerra mondiale. E invece, quando gli artificieri giunti dall'Emilia Romagna sono arrivati sul posto per disinnescarlo, non hanno nemmeno avuto bisogno di lavorare. Perché non si trattava di una bomba, bensì dei residui di... una lavatrice gettata via. Una vicenda curiosa che arriva da Bagno a Ripoli, una cittadina della provincia di Firenze. Tutto era iniziato lo scorso 31 agosto, quando era stata segnalata la presenza di un residuato bellico nei pressi del fiume Ema, a due passi dall'abitato.

Un ritrovamento che aveva messo tutti in preallarme: la Toscana del Nord del resto è stata teatro di numerosi scontri fra gli Alleati e i tedeschi in ritirata e ancora oggi talvolta vengono effettivamente rinvenuti ordigni inesplosi risalenti a ottant'anni fa. Ritrovamenti che però avvengono di solito nei boschi o nelle aree meno frequentate, mentre in questa occasione l'oggetto che ha destato preoccupazione è stato notato nel guado del corso d'acqua sopracitato. L'amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Francesco Casini si era attivata per avvertire i residenti, transennando oltretutto l'area sino all'arrivo dei professionisti incaricati di disinnescare l'arma.

"Si raccomanda prudenza e di non violare il divieto di passaggio per la propria sicurezza e l’incolumità pubblica - recitava una nota diramata dal Comune nei giorni scorsi - si attende l’intervento di rimozione da parte degli artificieri coordinata da prefettura e dai carabinieri. In seguito l’ordigno metallico, probabilmente la componente di una mina anticarro, sarà fatto brillare in un luogo lontano dal centro abitato". Gli amministratori si sono trovati costretti a redarguire anche alcuni cittadini che, in barba ai cartelli di pericolo, transitavano da lì convinti che non vi fosse niente da temere. E a posteriori, avevano in effetti ragione: quando nelle scorse ore gli artificieri sono infatti arrivati da Reggio Emilia, convinti di avere a che fare con una granata, hanno fatto un viaggio a vuoto.

Facile immaginare il loro stupore quando hanno scoperto che in realtà avevano davanti non una bomba, ma il cestello metallico di una vecchia lavatrice trascinato in quel punto dalla corrente dell'Ema. Un oggetto di trenta centimetri che fuoriusciva parzialmente dal fondo del fiume, capace evidentemente di ingannare anche i tecnici. "Molto rumore per nulla", verrebbe da dire in sintesi citando Shakespear.

Ma in fondo, è stato meglio così.

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