Cronache

L’avvocato del lavoro ucciso dal calabrone

Era in vacanza nella sua casa di campagna quando è stato punto da un calabrone

L’avvocato del lavoro ucciso dal calabrone

Choc anafilattico ha stroncato Sergio Barozzi,noto avvocato milanese 62enne. Stava trascorrendo solo qualche giorno nella sua casa di campagna a Nizza Monferrato, in provincia di Asti, quando ha lamentato un giramento di testa. Subito dopo aver avvisato la moglie di essere stato punto da qualcosa, ha avuto un mancamento. Pochi minuti dopo, il decesso.

La diagnosi sembrerebbe choc anafilattico fulminante a causa della puntura di un calabrone. La corsa disperata in ospedale si è rivelata purtroppo inutile. Barozzi ha perso conoscenza in auto ed è morto poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Ormai non c’era più nulla da fare.

Era arrivato a Nizza Monferrato venerdì insieme alla moglie, e si sarebbero dovuti fermare fino a sabato, per poi rientrare a Milano e vedere l’Inter giocare, squadra di cui era tifoso. La coppia aveva due figli.

Gli amici, accorsi all’ospedale, lo ricordano come un “uomo brillante e simpatico. Nel mondo legale era conosciuto come un grande innovatore. Aveva fondato lo studio Lexellent ed era stato il primo a creare un brand, a usare dinamiche moderne di comunicazione”. Il figlio Emilio, 24enne, lo ha descritto come un padre con mille passioni, che ha insegnato ai suoi figli gli ideali e la costanza.

Aveva ricevuto premi e riconoscimenti internazionali. E’ stato per tre volte consigliere dell’ordine degli Avvocati di Milano. Nonchè vicepresidente del gruppo regionale lombardo dell'Associazione Giuslavoristi Italiani.

Vicepresidente anche del Cus Milano Rugby, amava passare le domeniche allo stadio.

E proprio i suoi amici rugbisti hanno voluto ricordarlo con queste parole, sulla pagina facebook: “I rugbisti non muoiono mai, al massimo passano la palla”.

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