Choc nella casa per disabili. Botte e ustioni, due arresti

Manette per il direttore e un operatore socio sanitario della "Casa di accoglienza Mons. Rastelli" a Montebello della Battaglia

Choc nella casa per disabili. Botte e ustioni, due arresti

Quasi due anni di botte e maltrattamenti ai pazienti disabili. La squadra mobile di Pavia ha arrestato questa mattina il direttore e un infermiere della struttura "Casa di accoglienza Monsignor Rastelli" di Montebello della Battaglia (PV). L'accusa, supportata da alcuni video registrati negli ultimi mesi, è di aver commesso violenze nei confronti delle persone ricoverate.

Calci, pugni e insulti, ma anche ustioni con un phon e spinte violente alle carrozzine. Gli atti contestati al direttore Giovanni Gastaldo, di 67 anni, e all'operatore socio-sanitario Davide Montagna, di 35, fanno rabbrividire.

Gli ospiti della struttura soffrivano di conclamate disabilità psichiche. Sembra che i pazienti fossero anche aizzati a scagliarsi gli uni contro gli altri, fino a mordersi tra loro. Questi comportamenti avrebbero autorizzato gli operatori a somministrare massicce dosi di sedativi.

Le indagini sono scattate a marzo dopo diverse segnalazioni da parte di familiari delle vittime. Gli agenti sono riusciti ad acquisire i video che sembrano inchiodare i due arrestati. Un altro elemento che ha insospettito la Polizia è stato l'elevato numero di cambi di personale nella struttura: molti dipendenti, probabilmente dopo essersi resi conto di ciò che accadeva nel ricovero, avevano lasciato il lavoro.

I gestori della struttura facevano gioco sul nome della casa per dare una buona impressione. Monsignor Alessandro Rastelli, infatti, era il fondatore della Oftal, Opera Federativa Trasporto Ammalati Lourdes: un'associazione storicamente dedita ai pellegrinaggi per malati. La cooperativa che gestiva la casa si chiamava invece O.f.t.a.l., scritto in forma di acronimo. Un inganno che era già stato denunciato dall'attuale presidente di Oftal, monsignor Paolo Angelino, che ha detto al Corriere della Sera: "Da parte dei vertici della residenza sanitaria è stato usurpato il nostro nome e in passato sono stati diffidati più volte dall’utilizzarlo con invito a togliere ogni riferimento con noi. Cosa mai eseguita. Abbiamo già dato mandato ai nostri legali per tutelarci.

Ci auguriamo che le indagini facciano il loro corso perché i fatti emersi sono raccapriccianti e ci indignano in quanto Associazione che ogni anno accompagna i malati a Lourdes e presso gli altri luoghi di devozione mariana".

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