
"Il basso numero delle nascite sarà la fine della civiltà". Se c'è qualcuno preoccupato per le ultime tendenze demografiche è Elon Musk. E forse non è un caso che lui di figli ne abbia fatti almeno 14 (per fermarsi a quelli di cui si abbia sicura notizia).
In un post su X che fece rumore un paio d'anni fa invitò gli italiani a crescere e moltiplicarsi, pena la fine della nostra cultura. Come dimostrano i dati gli abitanti della Penisola non sembrano averlo ascoltato. Ma non è un problema solo degli italiani, praticamente ovunque le nascite segnano il passo: il mondo è destinato a svuotarsi, ha scritto qualche settimana fa l'Economist. Il fenomeno ha caratteristiche perfino sorprendenti: da una decina d'anni in Corea del Sud il tasso di fertilità è sotto quota uno (quello necessario perché la popolazione rimanga costante è 2,1). Di questo passo i coreani si dimezzeranno in meno di un secolo. La Thailandia non è molto lontana, anche qui la fertilità è intorno all'1. Nella popolosa America Latina la rivoluzione dei comportamenti ha toccato profondamente Paesi come Messico (ha più o meno lo stesso tasso di nascite degli Stati Uniti) e la Colombia: a Bogotà, capitale del Paese, nascono meno bimbi che a Tokio. In Turchia, dove fino a qualche tempo fa le famiglie numerose erano la norma, il tasso di fertilità è precipitato a livelli europei, 1,4. In Cina la popolazione è già in calo, così come in alcune zone dell'India (per esempio la capitale Nuova Delhi) mentre l'unico continente che continua a crescere a passo deciso (anche qui, però meno del previsto) è l'Africa.
Il risultato è che l'Onu ha rivisto drasticamente le proprie previsioni sulla popolazione mondiale: si riteneva che fosse destinata ad aumentare fino al 2084, superando i 10,3 miliardi. In realtà ora si pensa che gli abitanti del pianeta terra inizieranno a diminuire già dal 2050 e non supereranno mai i 9 miliardi.
In realtà i motivi determinanti di una maggiore o minore crescita delle nascite, sono secondo gli esperti, ancora tutti da analizzare con precisione. Anche a livello europeo l'andamento demografico segna percorsi molto diversi tra Paese e Paese. Secondo i dati di Eurostat, nel 2023, ultimo anno per cui si hanno dati comparabili, il tasso medio di fertilità (il numero di figli che una donna è destinata ad avere nel corso della sua vita) è nel vecchio continente pari a 1,38 (nel 2024 quello dell'Italia è pari a 1,18).
La media europea è frutto di minimi come quello di Malta (il tasso è 1,06) e il massimo della Bulgaria (1,81). Tra i grandi Paesi spicca la performance della Francia con 1,66. Si è sempre parlato a questo proposito dell'attenzione dedicata Oltralpe ai servizi e al sostegno finanziario per le famiglie. E sicuramente questo è un elemento importante, ma la specificità francese però resta, perché anche i super-efficienti Paesi del nord Europa come Svezia, Norvegia e Finlandia, vanno dall'1,45 della prima all'1,25 dell'ultima. Se poi si guarda al dato spagnolo (1,12) si ha conferma del fatto che in questo momento ad avere i maggiori problemi sono i Paesi del Mediterraneo.
Un caso interessante è quello ungherese: la fertilità era caduta a quota 1,21 nel 2010.
Orbán ha puntato molto sulla spesa pubblica per la famiglia e le nascite sono arrivate fino a quota 1,61 nel '21. Ora però hanno ripreso a scendere (1,34 nei primi mesi del 2025). Segno, secondo gli esperti, che un certo tipo di aiuti influisce più sul "timing" delle nascite che sul loro numero.