Cronache

Il Cnel in attesa di chiudere si regala "premi di produzione"

Il Cnel a breve dovrà chiudere i battenti ma, nel frattempo, i dirigenti si sono assegnati una "indennità di risultato"

Il Cnel in attesa di chiudere si regala "premi di produzione"

L'organo consultivo ha ormai i giorni contati: il Parlamento infatti aveva sentenziato che l'ente, istituito nel 1958, dovesse scomparire. Eppure nonostante il rigido verdetto che ne decretava la morte, l'organo sembra essere vivo e vegeto. Dopo le tante cure dimagranti a cui è stato sottoposto, con tanto di tagli alle consulenze d'oro, dipendenti scesi da 140 a meno della metà, il carrozzone di Stato continua a costare ai contribuenti più di 7 milioni l'anno solo di stipendi e manutenzione ordinaria.

Il fatto è che il Cnel, la casa madre dei sindacati italiani, non avendo avuto negli anni d'oro una vera controparte con cui trattare - cioè una controparte che non fossero i sindacati stessi - può contare su un contratto migliore rispetto al resto della pa. Come organo di rilevanza costituzionale il Cnel si è sganciato infatti dal contratto collettivo. E così, quei 7 milioni spesi, che non trovano giustificazione, finiscono nelle indennità dei dipendenti che i colleghi del pubblico si sognano. Persino il fondo destinato al welfare è almeno 20 volte superiore a quello dei ministeri. Lo stipendio dell'unico dirigente di I fascia sopravissuto ai tagli supera i 200mila euro l'anno, cifra che comprende l'indennità di risultato che, nonostante la paralisi, è stata assegnata anche nel 2015.

Di fronte alle accuse, gli esperti mettono le mani avanti e sostengono che l'attuale situazione di stallo non è imputabile ai dirigenti e dunque non essendoci la colpa il premio va comunque corrisposto. Si tratta di somme che oscillano tra i 10 e i 16mila euro. Non proprio da buttare via insomma..

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