
Luigi Di Maio è innamorato, al punto da confermare di «sentire le farfalle nello stomaco». Siamo felici per lui, è la cosa più bella del mondo. Secondo indiscrezioni raccolte dal settimanale Chi di Alfonso Signorini lei, la giornalista Virginia Saba, avrebbe già conosciuto i genitori di lui e sognerebbe di dare appena possibile un erede al vicepremier e leader Cinque Stelle. Tutto perfetto, da posto in prima fila al Forum mondiale delle famiglie che si è appena tenuto a Verona e che Di Maio ha liquidato come un «raduno di sfigati» negando il patrocinio del governo.
È vero, essere innamorati di una persona del sesso opposto e sognare un futuro insieme, di questi tempi, passa per cosa sfigata, eppure càpita ancora anche nelle migliori famiglie, sia di destra che di sinistra e pure in quelle grilline. Un conto è la politica, altro è la vita reale, o almeno quella ideale. Secondo voi che cosa si sussurravano all'orecchio Luigi e Virginia, sdraiati al sole nell'erba del parco di villa Borghese a Roma? «Caro, pensa che bello, abbiamo la libertà di aborto»? «Cara, che ne dici di una fecondazione assistita o di un utero in affitto»? «Per fortuna che c'è il divorzio»? «Speriamo un giorno di diventare gay»?
Non penso. Se non siamo di fronte a una sceneggiata a uso paparazzi, immagino che i due parlassero dei propri genitori, di un futuro esclusivo insieme, di figli e di amore tra un uomo e una donna. In altre parole parlavano di famiglia naturale o, se volete, tradizionale. Hanno fatto gli stessi discorsi «sfigati» che Di Maio si è rifiutato di ascoltare a Verona, discorsi che avrebbe volentieri censurato se solo avesse potuto.
Questo, ovviamente, non vuole dire negare la legittimità di altre forme di amore o di convivenza. Ma si ammetta che la famiglia naturale non è «fascista» ma «universale», è un patrimonio dell'umanità contro il quale nessuno dovrebbe organizzare contromanifestazioni come invece hanno fatto sinistra e grillini.
Qual è il Di Maio vero? Quello teneramente accovacciato con la sua Virginia a uso
fotografi o quello astioso del «voi delle famiglie siete degli sfigati»? Chissà, certo uno esclude l'altro. Io un'idea ce l'ho ma la tengo per me, quando si va sul privato è saggio e doveroso fermarsi a distanza di sicurezza.
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