Un ragazzo è stato imprigionato per sei mesi con aver inviato alla sua ex-fidanzata un emoji, una di quelle faccine che tutti i giorni usiamo sui nostri smartphone.
Il giovane ha 22 anni, si chiama Bilal Azougagh. Come riporta MetroUk, nell'estate del 2015, ha inviato l'emoji a forma di pistola alla compagna, al tempo minorenne. L'avvocato della ragazzina ha spiegato ai giudici che il messaggio è stato percepito come una "una minaccia di morte sotto forma d'immagine". Un evento che, ha proseguito il locale, ha speventato a tal punto la giovane donna da "non farle più mettere piede in città". Non solo le avrebbe anche casuato, per diverso tempo, degli incubi.
La difesa invece ha espresso forti dubbi sull'impatto che un'immagine stilizzata di una pistola. E tanto meno a livello psicologico. La corte comunque si è schierata con la ragazza: indicando l'emoji dell'arma da fuoco come una "minaccia reale".
Nonostante la Francia, stato in cui si è verificato l'accaduto, non abbi auna legislazione in materia di moji, il giudice ha considerato l'icona della pistola ai sensi dell'articolo 222-17 del codice penale francese, ovvero quello riguardante le minacce di morte. Azougagh è stato inoltre condannato a pagare € 1.000 di danni.
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