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Continua la vergogna: "Anche Cristo avrebbe sfilato"

Il presidente dell'associazione Famiglie Arcobaleno in difesa dell'attivista travestito da Cristo rainbow con gonna e tacchi al pride

Continua la vergogna: "Anche Cristo avrebbe sfilato"

A Roma e Milano il weekend è stato dedicato ai pride. Tantissime persone si sono ritrovate nelle principali piazze per rivendicare l'appartenenza alla comunità Lgbtq+ e chiedere maggiori tutele e, soprattutto, il ddl Zan. I pride sono caduti nella settimana in cui lo Stato pontificio ha chiesto all'Italia di verificare che il disegno di legge a prima firma di Alessandro Zan non andasse contro il Concordato che i due Stati hanno firmato di comune accordo. Ne è nata una grande polemica, per lo più pretestuosa e decontestualizzata, che è sfociata con la sfilata di un Gesù Cristo rainbow al pride di Roma con tanto di minigonna, tacchi, bandiera dell'orgoglio omosessuale, corona di spine e stigmate sulle mani. Una provocazione nei confronti della Chiesa, stigmatizzata da molte parti ma difesa dal presidente dell'associazione Famiglie Arcobaleno, che ha giustificato il gesto dell'attivista.

"L'attivista Lgbt che si è vestito da Gesù Cristo in minigonna e tacchi a spillo ha voluto ribadire un messaggio contro l'ingerenza del Vaticano. Vorrei ricordare infatti che l'Italia è uno Stato laico e in certi argomenti non si dovrebbe intromettere nessuno", ha detto Marilena Grassadonia, presidente dell'associazione Famiglie Arcobaleno all'Adnkronos. L'Italia è una repubblica laica e aconfessionale, anche se questo non è ribadito nella Costituzione, anche se è un principio ricavabile dall'interpretazione dei suoi articoli. Tra questi c'è l'articolo 7, in cui è stato espressamente inserito che "lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani".

Fatta la doverosa premessa del primo comma, nel secondo i padri costituenti italiani hanno specificato che "i loro rapporti sono regolati dai Patti lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale". A differenza di qualsiasi altro trattato internazionale, quindi, lo Stato italiano (e viceversa) non può effettuare modifiche unilaterali. Esistendo il Concordato, esiste la possibilità della Chiesa di chiedere una verifica nel caso in cui dovesse sorgere qualche dubbio.

Ma non per Marilena Graddadonia e per tutti quelli che si sono scagliati contro lo Stato pontificio.

Il presidente dell'associazione Famiglie Arcobaleno, quindi, ha dichiarato: "Il messaggio del Cristianesimo, di accoglienza e multiculturale, è basilare, se Gesù Cristo vivesse in questo periodo sono sicura che avrebbe sfilato al Pride e avrebbe manifestato. Sono d'accordissimo col messaggio che ha voluto dare l'attivista". Dichiarazioni molto forti, destinate a scatenare un'ulteriore polemica nelle prossime ore. Chi chiede il rispetto è tenuto anche a darlo.

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