Cronache

La coop che accoglie migranti continua a vincere appalti, nonostante un'inchiesta della magistratura

La Edeco si è aggiudicata l'appalto per la gestione del Centro di permanenza per il rimpatrio di Gradisca. Nel 2017 la cooperativa padovana si è trovata al centro di un'inchiesta della Procura di Padova, che aveva scoperto un sistema illegale nella gestione dei bandi

La coop che accoglie migranti continua a vincere appalti, nonostante un'inchiesta della magistratura

La Edeco continua la sua attività di accoglienza dei migranti nonostante il taglio dei finanziamenti e un’inchiesta della Procura. Da inizio ottobre, infatti, è entrato in vigore il bando 2019 che stabilisce un taglio del 50% del contributo giornaliero alle cooperative, da 35 a 18 euro. Su 28 enti del settore ne sono rimasti 9 e tra questi c’è proprio la Edeco.

La cooperativa padovana si è aggiudicata due mesi fa l’appalto per la gestione del Centro di permanenza per il rimpatrio di Gradisca (Gorizia) chiuso nel 2013 e pronto a essere riaperto. Come riporta La Verità, la base di gara era di 28,80 euro giornalieri a persona oltre a 150 euro per ogni kit d’ingresso e la Edeco ha vinto con un ribasso dell’11% su entrambi. E mentre in settimana erano in corso le selezioni del personale della coop, gli attivisti di “No Cpr - No frontiere” hanno protestato ricordando i trascorsi giudiziari di Edeco.

La cooperativa ha sede a Battaglia Terme ed è gestita da Simone Borile, ex Fi ed Ncd, già consigliere comunale grillino, poi transitato in vari enti pubblici compresa Padova Tre, la società che si occupava di gestire i rifiuti di 52 Comuni. Abbandonata questa carica con l'accusa di aver usato soldi pubblici in modo indebito, nel 2014 si è buttato nel mondo dell'accoglienza dei migranti.

In pochi anni la Edeco si è aggiudicata la gestione di vari centri del Veneto, ovvero Cona, Bagnoli, la caserma Prandina e una decina di strutture da Este ad Adria, da Cavarzere a Oderzo. Nel 2017 Borile si è trovato al centro di un’inchiesta della Procura di Padova. I magistrati avevano scoperto un sistema illegale di bandi con la complicità dei vertici della cooperativa, dell’ex viceprefetto di Padova e di un’altra funzionaria della Prefettura patavina. A Venezia è stato chiesto il rinvio a giudizio di due ex prefetti per il centro di Cona.

Le ipotesi di reato vanno da rivelazione del segreto d'ufficio, corruzione, turbativa d'asta e falso nonché truffa ai danni dello Stato e frode nell'adempimento di obblighi contrattuali.

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