Quella cooperativa indagata in corsa per nuovi appalti sull'accoglienza

Il colosso veneto dell'accoglienza della Edeco, indagato per alcuni fatti riguardanti precedenti gestioni di centri per migranti, torna nuovamente in lizza per l'aggiudicazione di nuove gare d'appalto

Quella cooperativa indagata in corsa per nuovi appalti sull'accoglienza

Tutto come se nulla fosse accaduto, come se indagini e processi prossimi all’avvio valessero poco o nulla: fa discutere il fatto riscontrato nei giorni scorsi che vede protagonista la Edeco, una cooperativa veneta al centro di inchieste per la gestione di alcuni centri d’accoglienza eppure nuovamente in gara per nuove aggiudicazioni sempre nello stesso settore.

A raccontare il fatto è Patrizia Floder Reitter, la quale su La Verità ripercorre tutta la vicenda della cooperativa gestita da Simone Borile, da sua moglie Sara Felpati e che all’inizio vede come socio anche Gaetano Battocchio. La Edeco nasce in realtà come azienda specializzata nel trasporto dei rifiuti ed ha come primo nome quello di Ecofficina.

Nel 2014 la svolta con l’ingresso nel sistema dell’accoglienza dei migranti: nel giro di poco tempo, l’azienda riesce ad aggiudicarsi diversi appalti in Veneto, soprattutto in provincia di Padova. Il fatturato della cooperativa, spiega Patrizia Floder Reitter, è di 20 milioni l’anno, ma nel 2017 la Edeco arriva a fatturare anche 40 milioni di Euro.

Questo perché nel frattempo riesce ad accaparrarsi diversi appalti, arrivando a gestire contemporaneamente anche più di 2.000 migranti. Ma proprio nel 2017 arrivano le prime inchieste.

A mettere gli occhi su alcuni centri gestiti dalla Edeco, è la Guardia di Finanza la quale punta soprattutto su quanto accade a Cona: qui, piccolo centro in provincia di Venezia, in una struttura che secondo l’Asl può contenere solo 450 ospiti, risultano presenti ad un certo punto più di 1.700 migranti. Non solo: da contratto, la Edeco avrebbe dovuto garantire almeno 43 addetti, mentre invece i finanzieri rintracciano solo 17 operatori. Questo vuol dire meno servizi per migranti costretti a vivere in spazi angusti, lavoro più massacrante per gli operatori ed un risparmio di almeno 200.000 Euro per la società, soldi quindi interamente finiti nelle tasche della cooperativa. Od almeno così sostiene l’accusa del processo che dovrebbe partire a gennaio e che, oltre ai gestori della Edeco, vede come imputati i due ex vice prefetti Pasquale Aversa e Alessandro Sallusto, così come l’ex funzionaria della prefettura di Padova Tiziana Quintario.

Le accuse per loro sono gravi: corruzione, abuso d' ufficio, turbativa d' asta e falso, frode nelle pubbliche forniture. Oggi il centro di Cona non esiste più, anche perché nel gennaio 2017 al suo interno si registra la morte di una giovane ivorniana di 25 anni, Sandrine Bakayoko. All’interno della struttura, appaiono frequenti risse, violenze di ogni tipo ed anche stupri.

Una gestione quindi i cui risvolti penali si dovrebbero vedere a breve, ma che sotto il profilo etico sconvolge il Veneto. Eppure, come anticipato all’inizio, è come se le indagini non fossero mai partite: la Edeco nei mesi scorsi si presenta regolarmente alle procedure di gara per l’aggiudicazione di nuovi appalti sempre nel settore dell’immigrazione.

In provincia di Rovigo, così come in quella di Padova: in alcune gare, la Edeco corre anche da sola e potrebbe rivedere nuovamente assegnati diversi servizi. Una circostanza che suscita non poche perplessità: il modus operandi di Cona, è il sospetto dell’accusa, potrebbe non essere un caso isolato. Anche a Bagnoli, altro importante centro gestito dalla Edeco fino alla sua chiusura, risultano presenti molti migranti ed anche lì non sono mancati i problemi.

Ma la cooperativa è ancora in lizza per gli appalti, anzi alcuni potrebbe vederseli ben presto assegnati essendo unica partecipante ai bandi. Si parla, è bene precisare, di gare con importi molto più ridimensionati rispetto a quelli degli anni precedenti per centri molto più piccoli.

Ma in ballo risultano esserci sempre svariati milioni di Euro, i quali potrebbero andare ad una ditta i cui responsabili a gennaio andranno a processo per gravi reati connessi a precedenti gestioni sempre nel campo dell’accoglienza.

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