Quel coraggio di molti genitori e lo Stato assente

Quel coraggio di molti genitori e lo Stato assente

A desso che tutto è finito la mamma Marina ci porta sulle vette di un amore vertiginoso. E ci lascia intravedere fin dove possa arrivare la forza dell'amore: «In questi 31 anni non ho mai pensato una sola volta al fine vita». Mai, anche se a noi e alla nostra prosa faticosa sembra impossibile. Mamma Marina e papà Hector sono stati vicini al loro figlio Ignazio come hanno potuto per questo lunghissimo tempo. Un letto e il filo avvolgente della dedizione che non è mai venuta meno. Ai confini della vita i proclami e le ideologie contano poco. Valgono molto di più le carezze, gli abbracci, le piccole grandi attenzioni dentro una routine che è una sfida e una scommessa. E però qualcosa questa pagina di epica domestica ce lo può insegnare: ci sono casi, più numerosi di quelli che il nostro pregiudizio positivista potrebbe immaginare, di famiglie, di genitori, di figli che hanno portato con coraggio una croce pesantissima. Intollerabile per altri. Ci sono altri che non ce l'hanno fatta e hanno preferito, in un modo o nell'altro, fare scendere il sipario su esistenze difficilissime, puzzle misteriosi che non si riusciva più a comporre. Giudicare diventa difficile ed è anzi una forzatura, specialmente quando questi drammi si sono sviluppati e conclusi, in un modo o nell'altro, dietro le mura di case qualunque, nella penombra del pudore e di sentimenti non gridati. Senza volere impartire lezioni a tutti i costi. Però lo Stato, lo Stato che continua a balbettare soluzioni incerte e timide, dovrebbe capire che il primo compito, prima di schierarsi di qua o di là, dovrebbe essere quello di tendere la mano forte e delicata delle istituzioni, per dare respiro alle Marine e agli Hector che in silenzio conducono battaglie eroiche e dispendiose. A queste latitudini inospitali le buone leggi sono leggere, sempre rispettose e mai invasive, con pochi paletti e zero cavilli. Ci vogliono norme che non siano una partita a scacchi con il mistero della morte ma un aiuto a sconfiggere la solitudine che spesso è la sola compagna di chi è atterrato dentro un cratere profondo e non vede nient'altro. Assistenza medica. Supporto economico. Il sollievo portato da una scienza che non smette di stupire.

Ci sono tanti modi per stare vicino a chi soffre e si trova davanti a bivi impervi. Ci vorrebbe, mentre il Parlamento ha sprecato l'anno concesso dalla Consulta, una legge meno di bandiera e più di sostanza. Che dia forza dentro quel cratere buio. Poi ciascuno farà la sua scelta.

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