Cronache

Corona resta in carcere: fa lo sciopero della fame

Per il giudice Crosti l'ex re dei paparazzi è comunque pericoloso, come dimostra il suo comportamento durante il primo periodo di libertà

Corona resta in carcere: fa lo sciopero della fame

Dalle ultime accuse, quella di avere imboscato in un controsoffitto e in una banca austriaca due milioni e mezzo di euro di provenienza oscura, è stato praticamente assolto, buscandosi solo una blanda condanna per elusione fiscale. Ma Fabrizio Corona è ugualmente destinato a non riassaggiare tanto presto la libertà: il giudice di sorveglianza Beatrice Crosti ha infatti respinto la sua richiesta di essere nuovamente affidato all'esterno del carcere, riprendendo il percorso che era stato bruscamente interrotto dalla scoperta dei soldi nascosti. Per il giudice Crosti l'ex re dei paparazzi è comunque pericoloso, come dimostra il suo comportamento durante il primo periodo di libertà, costellato di violazioni alle regole, di gite in yacht mai autorizzate e di contatti con pregiudicati. Oltre tutto il giudice fa presente che lo stato di tossicodipendenza da cocaina, in base al quale Corona aveva ottenuto di lasciare la cella di Opera, è definitivamente superato. Ma Corona si proclama vittima dell 'ennesima ingiustizia e reagisce iniziando lo sciopero della fame.

Nel provvedimento depositato nei mesi scorsi, si sottolinea come Corona abbia ricevuto una condanna complessiva a oltre otto anni di carcere, e non abbia ancora finito di scontare la pena più grave, quella per l'estorsione al calciatore juventino David Trezeguet: e il reato di estorsione è incompatibile con i benefici carcerari. Inoltre, "il soggetto ha già commesso plurime violazioni delle prescrizioni imposte". Nei dettagli, il 9 gennaio 2016 veniva fermato dalla Stradale di Trani in compagnia di pregiudicati; il 28 aprile e l'1 maggio successivo chiedeva un permesso per recarsi fuori Milano per motivi di lavoro, ma i controlli rivelavano che non si era mai presentato all'indirizzo indicato; il 28 Giugio veniva fermato in sella a una moto pur essendo privo di patente, che gli è stata revocata da tempo; e per finire, come documentato da una rivista di gossip, se ne andava in vacanza a Capri con la fidanzata senza mai avere chiesto il permesso. La solita sfilza, insomma, di prove della incapacità totale di Corona di sottostare alle regole, e che per il giudice dimostrano la "attuale pericolosità sociale del condannato". Sarà anche vero, come hanno scritto i giudici nella sentenza per il tesoro nel soffitto, che non un "delinquente professionale".

Ma da qui a lasciarlo libero, evidentemente, ce ne corre.


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