Coronavirus

Tamponi, Bassetti smonta il governo: "Poi ribloccherete il Paese?"

Il governo pronto a fare i tamponi a tutti gli italiani: "Oltre 300mila al giorno". Ma fioccano già i dubbi degli infettivologi. Bassetti: "Non so se sia giusto fare il tampone a tutta Italia nei prossimi 6 mesi"

Tamponi, Bassetti smonta il governo: "Poi ribloccherete il Paese?"

La ripresa di contagi da Coronavirus nel nostro Paese è ormai divenuto un argomento prioritario per il governo. Ogni giorno sempre più tamponi naso-faringei vengono effettuati, col risultato che viene rilevato un considerevole numero di positivi. Positivi che, come ribadito da medici autorevoli, spesso sono asintomatici e non devono essere considerati soggetti malati.

Per l'esecutivo, tuttavia, è importante rintracciare più contagi possibili, così da monitorlarli e scongiurare una possibile diffusione del Coronavirus. Intervenuto a "Rai Radio 1", il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha dichiarato che l'obiettivo è proprio quello di eseguire più test possibili."Sui tamponi si sta facendo sempre di più, il numero sta crescendo. Ma durante la stagione autunnale e invernale gireranno altri virus e sarà necessario avere una potenza di fuoco maggiore", ha infatti affermato Sileri. "Si può arrivare a 300mila test al giorno e forse qualcosa di più nelle prossime settimane, non serve oggi".

L'opinione del dott. Bassetti

Se da una parte molti ritengono che effettuare più tamponi possa essere la strategia giusta per combattere il Coronavirus, c'è che sulla questione ha delle perplessità. Fra questi anche il direttore della Clinica malattie infettive dell'Ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti, che da tempo sta cercando di riportare la calma fra la popolazione, spiegando che non ci troviamo più nella terribile situazione vissuta mesi fa.

Invitato a dare una propria opinione in merito ai tamponi, Bassetti si pone delle domande. "Si potrà arrivare a più di 300mila tamponi al giorno nelle prossime settimane? Io francamente dico che è bene avere una potenza di fuoco importante, ma bisogna anche evitare di fare il tampone a tutti", ha dichiarato il medico durante la trasmissione "Agorà Estate", in onda su Rai 3. "Se facciamo 300mila test al giorno vuol dire che in 6 mesi ne facciamo 60 milioni, cioè tamponeremo l'Italia intera e poi quando avremo i positivi che faremo? Riblocchiamo il Paese? È una domanda che pongo ai politici".

Come affermato sempre dallo stesso Bassetti a Nicola Porro nel corso dell'ultima puntata di "Quarta Repubblica", infatti, se uno "butta 1.000 reti nel mare il numero di pesci che tira su sarà molto elevato e così è per i positivi quando si fanno più tamponi"."Noi dobbiamo avere una potenza di fuoco sostenibile per poter trattare i nuovi focolai, per poter fare il tampone a tutti coloro che hanno sintomi compatibili", ha quindi precisato il medico ad "Agorà Estate". "Sinceramente farlo a tutta Italia nei prossimi 6 mesi non so se sia giusto".

A preoccupare Matteo Bassetti, anche il fatto che il test del tampone non può essere considerato perfettamente attendibile. "Oggi io posso essere negativo e positivizzarmi stanotte perché la carica virale oggi è bassa e domani invece sale e posso essere positivo", ha infatti spiegato il dottore. "Il tampone, quindi, è importante per tracciare nuovi focolai, è importante per chi è asintomatico, per chi arriva da Paesi a rischio, però eviterei di farlo a tutti".

Il piano 300mila tamponi

Eppure il progetto di effettuare sempre più test su scala nazionale per tracciare più contagi possibili sta diventando sempre più concreto, tanto che il ministero della Salute ha già provveduto ad interpellare il microbiologo Andrea Crisanti. Intervenuto sul "Corriere della Sera", il docente dell'Università di Padova ha spiegato di aver presentato, su invito del governo, un piano "che conduca a incrementare, fino a quadruplicare su scala nazionale, la capacità di fare tamponi superando le barriere e divisioni regionali".

Secondo Crisanti, adesso la sfida è proprio quella di individuare i soggetti asintomatici. "Nella fase attuale, consapevoli del fatto che le persone infette possano essere asintomatiche o presentare una sintomatologia lieve, si eseguono test a persone che prima sarebbero state trascurate e quindi i dati sono molto più rappresentativi della reale trasmissione del virus", ha infatti dichiarato il professore. Proprio per evitare un nuovo lockdown, è necessario intervenire in tempo, mantenendo lo stato di equilibrio attuale "più basso possibile", così da non raggiungere il punto di rottura.

Al momento si parla del coinvolgimento di 20 laboratori, uno per Regione, con altrettante unità mobili per attuare il progetto. "Si propone poi di creare un tavolo di coordinamento nazionale gestito da Roma. Quello attivo in questo momento ha subìto un frazionamento regionale che non lo ha reso sempre efficace", ha spiegato il viceministro Sileri, come riportato da "AdnKronos". "L’importante è non farli a caso, seguire un criterio mirato di screening e tenere sotto controllo i nuovi focolai. Non dobbiamo impressionarci se cresce la curva dei contagi.

Il Cts sta lavorando a delle linee guida per indirizzare le Regioni e spero lo faccia anche in base alle categorie di lavoratori".

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