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Coronavirus, Burioni si difende: "Ho detto rischio 0 a febbraio. Non sono un veggente"

Il virologo Roberto Burioni è chiaro: "Ho fatto quell'affermazione quando le autorità ci dicevano che in Italia il virus non c'era"

Coronavirus, Burioni si difende: "Ho detto rischio 0 a febbraio. Non sono un veggente"

Con un lungo post pubblicato su Facebook, Roberto Burioni si difende dalle accuse ricevute per alcune dichiarazioni rilasciate lo scorso febbraio sul nuovo coronavirus.

"Non è il momento per il 'io l'avevo detto' – spiega il virologo - ma siccome vengo attaccato per una dichiarazione nella quale avrei detto "in Italia il rischio è zero" è mio dovere difendermi e rispondere".

Ma che cosa aveva detto Burioni? Riavvolgiamo il nastro. Lo scorso febbraio, ospite a Che tempo che fa, su Rai 2, l'esperto dichiarava che “in Italia il rischio è 0. Il virus non circola. Questo non avviene per caso: avviene perché si stanno prendendo delle precauzioni".

Come se non bastasse, il virologo sottolineava come "questi allarmi continui non sono necessari: bisogna basarsi solo sui casi confermati ed è davvero odiosa questa discriminazione contro i cinesi e contro gli italiani di origine cinese. È una cosa barbara".

Insomma, sosteneva Burioni, non era l'Italia a doversi preoccupare del Covid-19 ma la Cina, dove “la situazione è ancora molto grave: ci sono stati 304 morti, 45 solo nelle ultime 24 ore. Più di 2000 persone sono ricoverate in condizioni gravi e il numeri di casi è difficile da quantificare".

La difesa di Burioni

Le cose, come sappiamo, sono andate in un altro modo, con il Covid-19 che in Italia ha fatto più vittime dell'intera Cina. Molti hanno quindi recuperato le frasi di Burioni per fare ironia sul virologo. Che adesso si difende, spiegando per filo e per segno il perché di quelle parole.

"L'8 gennaio 2020 io avvertivo che c'era un pericolo in arrivo dalla Cina – puntualizza Burioni - Il 22 gennaio, in una intervista a Linkiesta, io dicevo 'Le autorità europee hanno affermato che il rischio che il virus arrivi in Europa, e in particolare in Italia, è minimo. Io non sono per niente d’accordo con loro, ma spero vivamente di sbagliarmi'. Il 27 gennaio, nel programma Melog, di Radio24, dicevo 'non dobbiamo far arrivare in Italia il virus, che si diffonde in maniera molto efficiente e sembra causare una malattia di una certa gravità. L'unica cosa oggi che può difenderci veramente è la quarantena, non c'è altro modo'".

"Io ho fatto l'affermazione 'in Italia in questo momento il rischio è zero' il 2 febbraio – conclude il virologo - In quel momento le autorità ci dicevano che in Italia il virus non c'era. La mia colpa è - dunque - quella di non avere avuto la capacità di prevedere che il virus sarebbe stato trovato diciotto giorni dopo.

Ma io sono un medico”.

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