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Coronavirus, positivi dopo 50 giorni: maxi test sierologici a Castiglione d'Adda

Nel comune dell'ex zona rossa di Lodi, si contano ancora 188 positivi dopo 50 giorni dall'inizio dell'epidemia. Nei prossimi giorni tutta la popolazione sarà sottoposta ai test sierologici

Coronavirus, positivi dopo 50 giorni: maxi test sierologici a Castiglione d'Adda

Settantacinque morti in cinquantaquattro giorni. Sono i numeri di un'ecatombe, quella di Castiglione D'Adda, il piccolo comune del Lodigiano sottoposto regime di isolamento dallo scorso 23 febbraio, quando fu istituita la zona rossa per ben 10 comuni della Bassa. Una popolazione letteralmente falcidiata dall'epidemia: circa il 2% dei 4.646 abitanti castiglionesi se l'è portati via il coronavirus in meno di 8 settimane.

Luisa Angela Cacciatori in Grioni, 80 anni, Franca Lomi in Ghilotti di 81, Adriano Daccò di 78, Renzina Malabarba vedova Pinotti di 87, Alfredo Burini, detto Gei, di 75, Angela Grazioli di 90, Franca Ghizzoni in Dacò di 78, Angela Arrigoni in Podenzani di 71, Pietro Mercanti di 81, Dino Dragoni di 80, Lazzarina Grazzani vedova Martani di 92 anni, Carlo e Francesco Betti, 61 e 54 anni, benzinai e fratelli. Sono solo alcune delle persone morte in questa immane tragedia che, nonostante qualche incoraggiante segnale di ripresa, continua a mietere una vittima dietro l'altra. L'ultimo ad andarsene è stato Michele Tagliabue, 'el macelàr' di Via Roma che, dal '92 al '93, era stato sindaco della graziosa cittadina. "Con lui se ne è andata una generazione", racconta con gli occhi bagnati dalle lacrime chi lo ha conosciuto.

Nonostante il dolore per la perdita degli affetti più cari sia ancora vivido, a Castiglione d'Adda si tenta una timida ripartenza. Ci si muove in punta di piedi, a piccoli passi, quasi a non voler far rumore. Come fa Luigi Tansini, venditore ambulante di formaggi da tre generazioni: "Io da quando ne ho 20, e con quest’anno sono 38 di attività, ma prima c’erano mio padre e mio nonno. Quando la raspatura la facevano in pochi". Sebbene i mercati comunali siano ancora chiusi, Luigi Tansini ha deciso comunque di scendere in strada e lavorare. "Anche se prodotti ce ne sono pochi, perché non è facile rifornirsi con questa situazione - racconta a Cesare Giuzzi, del Corriere della Sera - Quando si andava sui mercati il banco era pieno. Oggi c’è poco". Non c’è la coda come dal fornaio o dal tabaccaio, si lavora per pochi, affezionati clienti. E' chiusa anche la casa di riposo Fondazione Milani, dove l'accesso alla struttura per i familiari degli ospiti è stato vietato fino al 15 maggio. Qui sono morti 15 anziani su 55. Nel pieno dell’emergenza, la Rsa era rimasta senza medici perché tutti positivi. La salvezza è arrivata da un dottore dell’Esercito arruolato dal sindaco Costantino Pesatori: "Mezza giornata in ambulatorio e il pomeriggio alla casa di riposo", senza mai fermarsi.

Ma quello che più perlime e desta preoccupazione nella piccola cittadina della Bassa è il numero di positivi: 188 dopo 50 giorni dall'inizio dell'epidemia. Per questo motivo, oggi, Castiglione d'Adda è diventato un laboratorio di ricerca a cielo aperto e, nei prossimi giorni, sarà effettuato uno screening di massa a tutta la popolazione. Si tratta del progetto di mappatura degli anticorpi studiato dal professor Massimo Galli, virologo di fama dell’ospedale Sacco, in collaborazione con le università di Lodi e Pavia. Da alcune indagini effettuate sul plasma dei donatori Avis, è emerso che circa il 70% dei donatori, benché asintomatico, è risultato avere gli anticorpi al Covid-19. "Segno che, come sospettavamo la diffusione dell’epidemia è stata molto maggiore di quanto emerso finora", racconta Galli. "Eseguiremo i tanto bistrattati test rapidi, esami che costano pochissimo e danno risultati immediati sulla presenza di anticorpi. Siamo in attesa delle ultime autorizzazioni. Chi risulterà positivo sarà poi sottoposto al tampone, l’esame più affidabile, e al test sierologico". Per ridurre i rischi di falsi risultati gli stessi esami saranno eseguiti a campione ogni dieci negativi: "Sono test che non hanno ancora ricevuto la certificazione di validità, ma ho effettuato molte prove e sono certo che l’affidabilità sia migliore di quanto si dice - spiega Galli al Corriere della Sera -. Io ci credo, e per questo mi sono mosso in prima persona mettendoci la faccia.

Perché al momento è il migliore e più rapido sistema per avere risposte sull’epidemia e per dare le risposte che i cittadini doverosamente si aspettano da noi".

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