La luce in fondo al tunnel sembra sempre più vicina. L'Italia sta faticosamente uscendo dalla seconda ondata dell'epidemia ma il pericolo che la curva torni a infiammarsi dopo aver iniziato la fase di raffreddamento è ancora molto alto. Il numero dei casi quotidiani ha subito un evidente ribasso grazie alle misure di contenimento introdotte dal governo, che hanno di fatto rallentato la circolazione nelle città e abbattuto i contatti tra le persone. Il rischio, però, è che già con i primi allentamenti si torni ad avere un aumento dei casi e di conseguenza una nuova ondata, che sarebbe il colpo del ko all'economia e alla socialità del Paese. Per questa ragione il vaccino sembra essere l'ancora di salvezza per uscire definitivamente dall'emergenza e tornare a condurre una vita quanto più normale possibile, anche se non ai livelli del pre pandemia. Quello dei vaccini, però, è al momento un tasto delicato anche se, stando a quanto apprende l'agenzia di stampa LaPresse, l'Italia sembra aver stretto un ottimo accordo per la distribuzione.
Pare, infatti, che già nel primo trimestre del 2021 verranno rese disponibili 202 milioni di dosi di vaccino. C'è molto entusiasmo attorno a questa notizia ma occorre ancora molta prudenza, perché il percorso per avere i vaccini è ancora molto lungo. Nello specifico, infatti, solo oggi Pfizer e Moderna hanno avviato l'iter con l'Ema per chiedere il via libera ai vaccini. L'Agenzia europea del farmaco ha avviato le procedure e l'ok per il vaccino Pfizer potrebbe arrivare già il prossimo 29 dicembre mentre per quello Moderna si potrebbe dover aspettare fino al prossimo 12 gennaio. Allo stato attuale delle cose, le conoscenze sul vaccino non ci consentono di avere la certezza sulla durata dell'immunità. Una delle poche certezze è che per il vaccino contro il coronavirus sarà necessaria una doppia somministrazione.
A dare la notizia sulle 202 milioni di dosi di vaccino sarebbe stato il ministro Roberto Speranza durante la riunione con i capigruppo. "Siamo il primo Paese europeo che spiega, per primo al Parlamento che a chiunque altro, il piano vaccinale", avrebbe detto il ministro della Salute, rivendicando il primato. Nel corso dell'incontro, inoltre, Roberto Speranza avrebbe anche spiegato che le prime dosi del vaccino dovrebbero essere somministrate al personale medico, a quello sanitario e alle Rsa, seguendo in questo caso una logica anagrafica.
Verranno sottoposti a vaccino prima agli ultra 80enni, poi la fascia 60/70 e via via le altre fasce d'età, dando priorità ai lavoratori essenziali quali quelli della scuola. Sembra certo il coinvolgimento dell'esercito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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