"Ho sottovalutato tutti i rischi. Ora positivo, provo vergogna"

Da più di dieci giorni l’uomo si trova in quarantena a casa con la propria famiglia. Invita tutti a non abbattersi e a rispettare le norme

"Ho sottovalutato tutti i rischi. Ora positivo, provo vergogna"

Dice di essere stato poco attento e di aver sottovalutato i rischi. Per questo prova vergogna. È quanto raccontato da un valdostano risultato positivo al coronavirus. Da più di dieci giorni l’uomo si trova in quarantena a casa con la propria famiglia. Lancia un messaggio rivolto a tutti, che invita a non abbattersi e a rispettare le norme. “Adesso sono ferree - precisa -. Se fosse stato così già prima io e la mia famiglia non ci troveremmo malati e in isolamento”.

Il cittadino spiega che all’inizio non era a conoscenza della sua positivitàma l’isolamento è scattato come preventivo, in attesa dell’esito del tampone di verifica”. Se lo ricorda bene quello che gli è successo quando l’operatore sanitario è venuto a casa e lo ha informato che avrebbe saputo entro poco tempo l’esito e di stare tranquillo. Ma l’uomo non era calmo perché sapeva di essere stato nelle zone maggiormente colpite dal Covid-19 in Lombardia, come ha detto al 112, in particolare a casa di una famiglia risultata poi contagiata.

Oltre alla preoccupazione, il valdostano ha provato e prova ancora oggi “vergogna. Perché io quando mi sono spostato per pochi giorni fuori Valle già c’erano i casi di coronavirus in quella zona. Lo sapevo - sottolinea -. Ho sottovalutato, forse come tanti, il rischio per me stesso, per la mia famiglia e per la comunità”. È dispiaciuto della difficile situazione e ringrazia gli operatori sanitari e i volontari del pronto soccorso per il prezioso lavoro.

In un’intervista a La Stampa, l’uomo racconta poi l’ansia di essere visto come contagiato ma in realtà riconosce la solidarietà ricevuta dai suoi compaesani. Come detto anche la sua famiglia è in quarantena. Devono stare chiusi in casa e questa condizione è vissuta male dal valdostano, che però è contento di viverla con le persone più importanti. “Quando te lo dicono i medici che sarai isolato e sai che è per il bene tuo e di tutti ti sembra fattibile - prosegue -, ma una volta dentro è molto meno facile. Le mura diventano un limite. Io mi sento anche escluso, in colpa, un po’ un untore.

Non una vittima".

Infine, l’uomo racconta che si sta dedicando a un hobby domestico, anche per allontanare strani pensieri come quello di peggiorare le sue condizioni oppure che gli potrebbero venire altri sintomi.

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