Coronavirus

Coronavirus, raggiunti i 100mila casi

Frena la crescita di nuovi positivi (+1.648 ). Mai così tanti guariti dall'inizio dell'emergenza coronavirus (+1.590). I decessi sono 11.591 (+812)

Coronavirus, raggiunti i 100mila casi

Più di 100.000 persone hanno contratto il coronavirus in Italia. Dall'inizio della diffusione del virus cinese, il numero complessivo dei contagiati (comprese le vittime e i guariti) ha raggiunto quota 101.739 (4.050 persone in più rispetto a ieri). Ma oggi è anche il giorno in cui si registrano più guariti dall'inizio dell'emergenza: 1.590, per un totale di 14.620.

Rallenta la crescita di nuovi positivi. Ad oggi, sono 75.528 i malati nel Paese: 1.648 in più in mentre ieri si erano registrati 3.851 nuovi casi. "Dal 20 marzo ad oggi passati siamo passati da 41mila positivi a circa 75mila. Siamo passati da un incremento dell'11% al 2% sul giorno precedente, cala di continuo. Facciamo appello ai giusti comportamenti altrimenti riparte la curva", ha spiegato il capo della Protezione civile Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa quotidiana sull'emergenza coronavirus nel Paese.

Nelle ultime 24 ore sono morte 812 persone, un numero superiore rispetto a quello di ieri (756) che fa salire il totale delle vittime a 11.591. I pazienti ricoverati con sintomi sono 27.795; 3.981 sono in terapia intensiva (+75, 1,9%), mentre 43.752 sono in isolamento domiciliare fiduciario.

"Stiamo assistendo a dei dati che, con la sola eccezione dei pazienti deceduti (ma per vedere un effetto su questo dato che più ci interessa abbiamo bisogno di un intervallo temporale maggiore) sono esattamente in linea con quelli degli ultimi giorni, cioè cala il numero dei soggetti che risultano positivi, pur a fronte di un numero di tamponi non inferiore a quello degli altri giorni. Inoltre, il numero di chi ha bisogno di essere ricoverato in terapia intensiva non è più così marcatamente alto come all'inizio della scorsa settimana", ha affermato il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli. "Questo ci conferma quanto le misure di contenimento sociale intraprese, per quanto abbiano condizionato la nostra libertà individuale, abbiano avuto un effetto importantissimo. Non dobbiamo abbassare la guardia", ha sottolineato. Locatelli ha poi spiegato che "certamente ci sarà un prolungamento" delle misure restrittive ma la decisione sulla durata "è una scelta che spetta al decisore politico. Stiamo vedendo dei risultati che non avremmo ottenuto senza le misure di contenimento. E questa è una ragione per continuare a fare questi sacrifici".

"Chi è positivo ed esce ha un comportamento che non va tenuto per evitare il contagio ad altri connazionali, ma anche per le conseguenze penali molto importanti - ha tuonato il capo della Protezione civile -. Ognuno di noi deve rispettare le indicazioni delle autorità, dobbiamo seguire l'indicazione di rimanere a casa e uscire solo per lo stretto indispensabile, perché solo rispettando queste misure riusciremo a sconfiggere il virus prima possibile", ha aggiunto commentando il dato delle oltre 6mila denunce fatte ieri dalle forze di polizia agli italiani che hanno violato i divieti.

"Ho il piacere di comunicare che sono stati attivati addirittura già sei studi clinici e altri due hanno avuto il parere favorevole dell'Agenzia italiana del farmaco", ha poi comunicato il presidente del Consiglio superiore di sanità. "Tra questi - ha spiegato - è importante sottolineare due studi, perché il primo è quello promosso dall'Oms per testare diversi approcci di terapia farmacologica per prevenire la replicazione virale. Arruolerà un numero di pazienti decisamente molto alto e che ci consentirà di avere delle risposte solide, robuste e definitive sull'efficacia di varie strategie farmacologiche. L'altro studio riguarderà i pazienti che vengono gestiti domiciliarmente. Questo ancora una volta dà un'idea di quanto è efficiente il sistema italiano in termini di attivazione di studi non solo in ambito ospedaliero ma anche a livello domiciliare".

Lombardia

Rallentano i contagi in Lombardia. "Ad oggi, le persone positive sono 42.161 (1.154 in più rispetto a ieri, quando i casi positivi segnalati erano 41.007). I ricoverati sono 11.815 (+202, in diminuzione rispetto ai 416 di ieri). Crescono notevolmente i dimessi sono 10.337 (+1.082). Aumenta ancora il numero delle vittime: 458 i nuovi deceduti per un totale di 6.818 morti. Questo sarà l'ultimo dato a migliorare, lo avevamo detto". Lo ha dichiarato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, nel corso dell'aggiornamento quotidiano su Facebook sull'emergenza coronavirus.

"I numeri provinciali ci portano un conforto significativo", ha affermato Gallera. A Bergamo i casi di coronavirus sono arrivati a quota 8.664 (137, mentre ieri erano stati +178). Nella provincia di Brescia, invece si sono accertati 200 nuovi casi e il totale è arrivato a 8.213 (ieri +335). Nella provincia di Milano ci sono 8.676 positivi, più 347 casi rispetto a ieri. Il Comune più colpito è quello di Milano: i casi sono passati da 3.406 a 3.560 (+154: ieri l'aumento era stato di +247).

Lazio

"Oggi registriamo un dato di 208 casi di positività e un trend in decrescita per la prima volta al di sotto del 8%. Si conferma l'incidenza dei cluster delle case di riposo, con particolare evidenza per la situazione di Rieti ed è in frenata il trend su Roma città". Lo ha dichiarato l'assessore alla Sanità e l'Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D'Amato. L'assessore ha poi annunciato che "è record nel numero dei guariti che sale di 59 unità arrivando a 267 totali. Sono usciti dalla sorveglianza domiciliare in 6.317 e i decessi nelle ultime 24 ore sono stati 14".

"Nella Regione Lazio - ha precisato poi D'Amato -, dei casi Covid finora confermati, il 39% è ricoverato in una struttura sanitaria, il 42% è in isolamento domiciliare e il 5% è in terapia intensiva. I guariti sono l'8%. L'età mediana dei casi positivi è 58 anni.

Il 54% è di sesso maschile e il 46% di sesso femminile".

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