Alcune misure che il Governo ha stabilito per contenere l'avanzata del Coronavirus, ancor prima che l'Italia diventasse tutta "zona protetta", erano già in vigore da alcuni giorni con i distinguo tra le varie aree del Paese. Nonostante restrizioni e divieti, qualcuno sembra abbia fatto finta di nulla.
È il caso di un'insegnante di una scuola di ballo di Trecastagni, piccolo paese in provincia di Catania che, noncurante della legge, svolgeva "regolarmente" la lezione a due bambine. I carabinieri, durante uno dei loro numerosi controlli, sentendo distintamente la musica ad alto volume dall'esterno, si sono insospettiti ed hanno fatto il loro ingresso nel locale e, constatando i fatti, hanno subito proceduto ad interrompere la lezione.
Reato penale
Come riportato da Cataniatoday, la donna (che è anche una delle titolari) è stata denunciata e con lei anche l'altra titolare della scuola di ballo ai sensi dell’art. 650 del codice penale. "Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall'Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d'ordine pubblico, o d'igiene è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a duecentosei euro".
Esiti positivi
C'è da dire però che, fino a questo momento, i controlli a tappeto dei carabinieri in tutta la provincia etnea per verificare il rispetto delle norme di contrasto alla diffusione del Coronavirus, hanno portato ad esiti positivi: in particolare, nell’ambito dei servizi disposti dal Prefetto di Catania in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, i Carabinieri del Comando Provinciale etneo hanno effettuato 250 verifiche tra pub, palestre, sale da gioco, scuole di ballo, sale bingo, discoteche e locali. I controlli hanno fatto emergere il rispetto delle disposizioni in atto con l'unica eccezione della scuola di ballo di Trecastagni.
Perchè la scuola doveva essere già chiusa? Il motivo è semplice: gli articoli 2 e 3 del Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) datato 8 marzo 2020, recitano che "sono sospese le attività di pub, scuole da ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati".
Queste disposizioni rientravano tra quelle per le "zone gialle" del Paese, tra
cui la Sicilia, fino alle 21.30 di ieri sera quando il Premier Conte ha disposto misure più restrittive per tutte le regioni con l'adozione della "zona arancione" o "zona protetta" estesa all'intero territorio nazionale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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