I contagi aumentano giorno dopo giorno in Italia e in tutto il resto del mondo. La velocità con la quale si muove il coronavirus fa crescere i dati di positivi e decessi in maniera repentina e preoccupante. Molti studiosi si stanno interrogando sui picchi del contagio e sul tempo necessario per uscire da questa situazione, ma nessun dato sembra dare risposte certe. Ogni settimana, la società di consulenza The European House–Ambrosetti pubblica "Monitoraggio della pandemia Covid-19 nel mondo e in Italia e simulazione degli impatti sanitari ed economici". Un tentativo, riporta il Corriere, che tra grafici e statistiche cerca di fornire un quadro dell'evoluzione della crisi.
Nonostante l'Italia sia il Paese al momento più colpito in Europa, per quanto riguarda i contagi il numero non si discosta molto da quello degli altri Stati. L'andamento infatti è simile in tutti i Paesi, anche se "Il Regno Unito ha un'accelerazione un po' inferiore ma probabilmente dipende dal fatto che è un'isola. Lo stesso si nota in Giappone", ha spiegato l'ad Valerio De Molli. Per quanto riguarda i numeri delle vittime invece il Paese che registra caratteristiche simili a quelle italiane è la Spagna, mentre Francia, Gran Bretagna e Germania, ad esempio, hanno numeri ancora bassi al momento.
"Gli elementi negativi e preoccupanti sono chiari ma ci sono anche alcune luci - ha dichiarato De Molli -. Non solo il calo relativo dei contagi, che speriamo continui. Io sono impressionato dalla velocità con la quale la ricerca si è mobilitata nel mondo. Da fine febbraio a oggi, sono nati trecento programmi di ricerca sul coronavirus: non potranno non avere risultati, non solo sul vaccino in tempi lunghi ma prima su cure migliori".
Due scenari
Difficile dire cosa accadrà nelle prossime settimane. I contagi aumenteranno o siamo vicini alla discesa? Lo studio ha così sviluppato un modello per tracciare due scenari di stima dell'andamento, tenendo conto anche dell'esperienza cinese. Nel primo, si dovrebbero raggiungere e superare i 120mila contagiati (non asintomatici) attorno alla fine di marzo per poi arrivare a una stabilizzazione attorno ai 150mila a inizio maggio. Più positivo invece il secondo scenario che prevede la stabilizzazione circa a metà aprile con 95mila contagi. Ma una volta raggiunta la stabilizzazione non sarà tutto finito, anzi.
"L'allentamento delle misure restrittive e la ripresa, sin da subito, di comportamenti non corretti potrebbe portare nei mesi successivi (maggio, giugno e luglio) a una seconda ondata di contagi", ha avvisato lo studio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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