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Le multe per costringere a usare il parcheggio privato: arrestato vigile a Segesta

Si tratta di un sistema diretto a garantire delle entrate ad un imprenditore, proprietario di un parcheggio adiacente al parco archeologico della città nel trapanese. Ad aiutarlo con comportamenti illeciti, un ispettore e anche l'ex primo cittadino

Le multe per costringere a usare il parcheggio privato: arrestato vigile a Segesta

Corruzione, falsi, abusi e omissioni. Sono questi i reati accertati dai carabinieri della compagnia di Alcamo, nel territorio di Trapani, nell’ambito di un’indagine diretta a smantellare una rete corruttiva alzata attorno al parco archeologico di Segesta. Due gli arresti e cinque gli avvisi di garanzia. Le attività investigative sono iniziate nell’agosto del 2018 e hanno permesso di accertare il comportamento illecito degli odierni arrestati: Francesco Isca e Salvatore Craparotta. Il primo è un noto imprenditore edile, titolare del parcheggio adiacente al parco archeologico, mentre il secondo, all’epoca dei fatti era un ispettore e vice comandante della polizia municipale di Calatafimi Segesta.

Fra i due vi era un accordo diretto ad incrementare gli incassi dell’imprenditore. In che modo? Craparotta, approfittando del suo ruolo istituzionale infliggeva multe e sanzioni a chiunque parcheggiasse nel territorio esterno all’area a pagamento della società riconducibile ad Isca. Lo faceva o di sua iniziativa, in quanto si trovava già sul luogo, o perché veniva avvertito dal complice affinché si recasse immediatamente sul posto. L’ispettore era in totale asservimento verso il titolare della società“Nuovi Sistemi Edili srl” di proprietà di Isca, per alcuni “buoni” motivi: sua figlia era divenuta socia al 50 per cento dell’imprenditore il quale, a sua volta, aveva assunto alle proprie dipendenze la moglie e il genero dello stesso ispettore.

Uno scambio di favori reciproco che ha portato poi al degenerare dei comportamenti illeciti posti in essere. Il sistema corruttivo è stato appurato con pedinamenti, servizi di osservazione, raccolta di informazioni. Sono state anche acquisite tutte le documentazioni necessarie negli uffici comunali della città. A supporto di tutto, come sempre, l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali. Fondamentali queste ultime per intercettare la moglie di Craparotta mentre concordava col marito la versione da rendere ai carabinieri. La donna aveva anche avvertito telefonicamente la moglie di Isca per informarla in merito ai racconti da fornire.

La moglie dell’ispettore e altri quattro soggetti, sono destinatari di un’informazione di garanzia per i reati di favoreggiamento, abuso d’ufficio, falsità materiale ed ideologica. Fra loro vi sono due membri della polizia municipale e anche l’ex sindaco di Segesta, Vito Sciortino.

Quest’ultimo, in base a quanto affermato dagli inquirenti, “imponeva alla direzione del parco archeologico di Segesta, mediante l’adozione di un atto a sua firma - informale e privo di protocollo –di non far parcheggiare veicoli al suo interno, in tal modo favorendo l’attività di parcheggio di Isca”.L’area archeologica, prima di diventare ente autonomo, dipendeva direttamente dal dipartimento dei beni culturali della Regione Sicilia.

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