"Così abbiamo salvato il bimbo con l'epatite misteriosa"

Il professor Riccardo Lubrano, primario del reparto di Pediatria dell’ospedale Goretti di Latina, ha escluso una correlazione tra epatite acuta, Covid e vaccino

"Così abbiamo salvato il bimbo con l'epatite misteriosa"

Sono ancora tante le incognite sull'epatite acuta di origine sconosciuta che in diversi Paesi del mondo ha già fatto registrare, secondo dati forniti dall’Organizzazione mondiale della Sanità, 169 casi ufficiali ,17 trapianti e ad una vittima.

In un report diffuso nelle scorse ore l'Oms ha spiegato che quello dell’adenovirus è "un'ipotesi possibile". Ovviamente le indagini sono ancora in corso. Perché per avere certezze servono altre verifiche. Quel che è certo è che la situazione preoccupa non solo gli esperti. Al 21 aprile sono stati 169 i bambini colpiti in 12 Paesi.

L’onda ha raggiunto anche l’Italia. Nel nostro Paese sono 11 i casi sospetti. Tra i piccini colpiti vi sarebbe una bambina veronese di 10 anni ricoverata da venerdì scorso in quanto si sospetta possa aver contratto l'epatite acuta pediatrica di origine sconosciuta. Si tratta del quarto caso inserito ufficialmente nel monitoraggio avviato il 14 aprile dal ministero della Salute. Nella piccola paziente, che accusava diarrea, vomito e aveva un colore itterico, sono state riscontrate le transaminasi epatiche alte, indice evidente di danni al fegato. Per fortuna, come ha evidenziato L’Arena, negli ultimi giorni le sue condizioni generali sono migliorate.

Vi è poi il caso di un bambino di cinque anni di Latina. Il piccolo è stato ricoverato a inizio marzo al Goretti, nel reparto di Pediatria guidato dal professor Riccardo Lubrano. Proprio quest’ultimo, parlando con il Messaggero, ha annunciato che il piccino ora sta bene ed è tornato a casa dopo essere stato dimesso ad inizio aprile.

"Il bimbo è arrivato al pronto soccorso dell'ospedale di Latina con febbre e vomito, ma i genitori non pensavano a un problema epatico anche perché non c'erano indizi diretti", ha spiegato il professore. Ed invece il quadro clinico è apparso subito preoccupante. Lubrano ha raccontato che il paziente presentava "un rialzo importante delle transaminasi e un insulto acuto al fegato". A rendere la situazione ancora più difficile, secondo il professore, è stato il fatto che questa epatite "non fosse causata da fattori noti". Come gli altri casi riscontrati sia in Italia che all'estero.

Il professore ha ammesso che è stato fatto tutto il possibile per comprenderne le cause. È stata ipotizzata una origine "metabolica, tossica, virale, perfino genetica" ma gli accertamenti condotti "non hanno dato riscontri, non abbiamo trovato nulla". Il bambino, come già scritto in precedenza, ora sta bene ed è a casa. "Lo abbiamo trattato con una fluidoterapia e ha avuto un recupero completo delle funzioni epatiche", ha spiegato Lubrano. Una storia a lieto fine. Ma il piccolo ancora oggi va in day hospital ed è monitorato costantemente.

Il professore ha evidenziato come in questa fase sia importante avere una certa cautela ma ha invitato a non allarmare le famiglie. "Abbiamo inviato un alert a tutti i pediatri del territorio invitandoli a segnalarci casi sospetti", ha poi annunciato Lubrano che ha escluso un possibile collegamento con il Covid in quanto il paziente non era stato colpito dal virus ed era stato sottoposto "più volte a tamponi" risultando "sempre negativo".

Allo stesso modo il professore ha anche negato con forza una correlazione dell’epatite acuta con il vaccino. A Tal proposito Lubrano ha ricordato che al bimbo non era stato somministrato il farmaco perché "troppo piccolo per avere la prima dose".

Sulla possibilità di un adenovirus come causa, il professore si è mostrato decisamente cauto ed ha ammesso che tale ipotesi va presa "con le molle. È possibile certo, ma ad esempio- ha evidenziato- il bambino di Latina era negativo all'adenovirus". Le indagini per individuare le cause dell'epatite acuta proseguono.

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