Un bracciale FitBit diventa il testimone oculare di un omicidio e potrebbe essere la vera e propria svolta per il delitto. Il tutto accade nel Connecticut dove Richard Dabate, l'uomo accusato di aver ucciso la moglie nel 2015, potrebbe essere incastrato dal dispositivo elettronico.
L'uomo, infatti, ha raccontato la sua versione dei fatti dicendo che un individuo alto, obeso e con il volto nascosto da una maschera, si è introdotto in casa, ha legato a una sedia il marito, l'ha ferito e poi ha ucciso la donna con la pistola regolarmente detenuta dal marito stesso.
Ma, come riporta il Corriere della Sera, l'uomo ha dichiarato che l'omicidio è avvenuto alle 9:00. Il FitBit della donna, però, ha continuato a rilevare i passi fino alle 10:05. Secondo l'indagato la donna sarebbe stata uccisa quasi sul colpo ma la distanza monitorata dal bracciale non è compatibile: dalla macchina al portone bisogna percorrere non più di 125 passi, mentre il Fitbit ne ha registrati più di 1.200 dopo essersi alzata dal posto di guida.
Il FitBit è stato immediatamente sequestrato dagli avvocati di accusa e difesa come prova ma emergono intanto
anche altri aspetti che andrebbero contro la versione dell'uomo: Databate aspettava un bambino dalla sua amante e il matrimonio era in crisi. Il giudizio finale della corte è previsto per domani, 28 aprile.
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