Covid, cambiano le regole per i viaggi all’estero: cosa c’è da sapere

Da martedì prossimo verranno probabilmente ritirate le restrizioni generalizzate e in questo modo sarà facilitata la mobilità

Covid, cambiano le regole per i viaggi all’estero: cosa c’è da sapere

L’Unione europea la prossima settimana cambierà le regole per gli spostamenti, e in questo modo i Paesi faranno un passo avanti verso un nuovo modello di gestione della pandemia. Ritirando le restrizioni generalizzate che sono state utilizzate fino a questo momento per cercare di tenere sotto controllo la diffusione del Covid-19, si andrà verosimilmente verso un ritorno alla normalità. A scriverlo è El Pais, secondo il quale il Consiglio dell'Unione europea martedì prossimo, 25 gennaio, sopprimerà il sistema delle mappe del contagio usato finora come guida per imporre limitazioni agli spostamenti tra i vari Paesi. Di conseguenza, se ciò dovesse realmente avvenire, la mobilità verrà facilitata non poco.

Avrà valore solo informativo

Secondo quanto emerso, l’imposizione di alcune misure, come per esempio l’obbligo di presentare un test con esito negativo, o anche le quarantene, non dipenderà più dalla provenienza geografica del viaggiatore, comunque avviene invece adesso, ma piuttosto dallo stato del suo certificato Covid. In poche parole, potranno muoversi liberamente coloro che hanno ricevuto il vaccino, che sono guariti dal Covid-19, o anche che si sono sottoposti a un test il cui esito è negativo. Continuerà però a essere aggiornata ogni sette giorni la mappa di incidenza predisposta dal Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie, che fino a questo momento ha determinato le possibilità di spostamento. Avrà comunque un carattere solamente informativo. E anche in Italia le regole per i viaggiatori sono ormai prossime alla scadenza.

Cosa può cambiare in Italia

Tra otto giorni nel nostro Paese terminerà infatti l’ordinanza che crea restrizioni, sia in entrata che in uscita. L’ordinanza in vigore prevede che chiunque voglia entrare in Italia, anche se proveniente da altri Paesi facenti parte della Unione europea, debba presentare, prima di salire a bordo dell’aereo, un test antigenico con esito negativo che sia stato eseguito nelle ultime 24 ore. Stessa cosa anche per chi è in possesso del super Green pass e ha ricevuto la terza dose di vaccino anti-Covid. Il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, aveva puntato il dito su questa ordinanza che secondo il suo parere faceva ripiombare il turismo ai numeri di presenze della primavera 2020. Nell’ultimo mese solo a Roma sono stati 50 gli alberghi a chiudere definitivamente.

La norma vale anche per gli italiani che decidono di fare un viaggio all’estero e che, il giorno precedente al ritorno, dovranno cercare un laboratorio per sottoporsi al test. Nel caso l’esito risulti positivo al turista toccherà fermarsi all’estero per trascorrere i giorni di quarantena. Sembra comunque che il ministero della Salute non stia pensando di prorogare questo obbligo dopo il 31 gennaio, riaprendo così le frontiere ai viaggi anche senza test antigenico o molecolare. Verranno però applicate le regole del Green pass. Il problema è che, mentre in Italia dal primo febbraio la certificazione verde avrà durata di sei mesi, in altri paesi questa durerà nove mesi. Non è quindi detto che il turista straniero che ha il Green pass valido nel suo Paese lo abbia valido anche nel nostro.

Senza parlare del punto interrogativo sui vaccini riconosciuti in Italia. L’Ema ha autorizzato cinque sieri, ma molti stranieri hanno ricevuto l’inoculazione di altri vaccini, come per esempio il russo Sputnik, o altri cinesi, riconosciuti dall’Oms.

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